lunedì 10 ottobre 2016

BRENTO SANICO "UN BORGO CHE MUORE"

La cupola della chiesa

Ancora una volta sono tornata in questa valle “martoriata”a ricalcare i sentieri dei nostri nonni. Una grande cava di arenaria ha sfigurato il lato più imponente del monte Coloreta, lo stanno letteralmente tagliando a fette, dalla sua immensa ferita cadono detriti fino a valle. Brento Sanico, che da vari decenni è stato abbandonato, ora veramente non ce la fa più. Case con tetti che crollano, pareti si aprono i rovi pietosamente stanno ricoprendo tutto, tutto quello che era stato costruito con amore, fatica e maestria usando i materiali locali, arenaria per gli edifici e legno per costruire i pochi mobili. Eppure qui, dove ormai c’è solo silenzio, è ancora palpabile nell’aria la dignità di un paesino dove la gente ha vissuto sì di duro lavoro, ma anche di serenità e condivisione. Chi si sofferma un attimo a pensare vede tutto questo a Brento Sanico, ma è un sogno che dura poco, la realtà è solo tristezza. Quando si entra poi nella “grande” chiesa, grande naturalmente per un paese così piccolo e si alzano gli occhi per osservare la cupola è impossibile non stupirsi nel notare quel bellissimo affresco di colore azzurro che ancora è lì, intatto. Allora domando…? perché non si cerca di recuperare questo piccolo e unico gioiello, patrimonio culturale irripetibile che può dare tanto a tutti? La domanda, come sempre, rimarrà senza risposta!
L’escursione.
Si parte da dietro la Canonica di S. Pellegrino, dedicata ai SS. Domenico e Giustino imboccando la mulattiera che sale ripida 





sfiorando una torre colombaia. sentiero 063


Poco più avanti si lascia la traccia più grande per deviare a destra. Su questo tratto, pianeggiante si trova
questo particolare "omino impilato"
Si conquista così il crinale dove si trova una croce in legno. 







Dell'antica mulattiera che collegava S. Pellegrino a Brento Sanico rimangono miseri tratti ma la traccia, anche se si restringe, all'avvicinarsi al borgo, è sempre ben evidente.


Si passa fra pascoli e campi incolti fino a giungere a Ca’ del Monte.

il comignolo ancora resiste, sostenuto dalle vitalbe ma presto crolla tutto il tetto, lo si vede una volta superata la casa quando il sentiero si innalza,

Poco dopo si incontra una grande Maestà al cui interno, purtroppo, non c’è più la statua della madonnina, allora posta nella  piccola nicchia.
Ancora pochi minuti e si giunge a Brento Sanico.
qui assale, prima la rabbia, poi la tristezza!!
Difficilmente si passa.. per andare in fondo al Borgo dove c'è la chiesa bisogna farsi strada fra rovi, vitalbe, sambuchi, in alcuni punti bisogna abbassarsi per poter proseguire. davanti alla chiesa, ci sono pochi metri liberi da rovi, ma non sufficienti da potersi allontanare per poter fare una foto a tutta la facciata della chiesa. 


Chiesa dedicata a S. Biagio, nonostante tutto, i colori ancora tengono!! occhio perchè cadono pietre.


Quello che rimane...fa male!!!


















Finita la visita e usciti dalla macchia si va a sinistra su stretto sentiero delimitato da rovi, 








poco dopo si allarga e si procede in salita, giunti a questo punto, sulla sinistra c'è una sterrata, ma noi dobbiamo proseguire.. 







..a destra su di una lastra in arenaria (attenzione, questa foto l'ho scattata una volta percorsa la lastra, quindi è al contrario rispetto alla direzione di marcia) l'ho messa solo per farvi capire come è il percorso per arrivare al ciglio



Giunti, quindi, a questo punto, siamo sul ciglio. Per imboccare il sentiero si volge lo sguardo a sinistra, 

e si trova una traccia sotto quel cespuglio. (Io sabato mi sono fermata qui causa pioggia quindi sono tornata indietro). Le informazioni che vi darò da questo punto sono quelle descritte 18 anni fa, per ciò non c'è la certezza che la traccia sia ancora percorribile. (E' tutto da verificare!!!) 



La traccia viaggia a mezzacosta, alla testa della valle. Dopo un tratto in salita e quando si intravede il crinale, si prende la traccia che va a  destra, in leggera discesa per un breve tratto. Poi anch'essa inizia a salire e si porta sotto il crinale fino a giungere ad un bivio con segnavia su frecce. 
I segnavia sugli alberi sono bianchi e blu. (Andando diritto si valica il crinale e, transitando per La Vigna, si giunge a Ca’ Maggiore, nella Valle del Diaterna). 
Noi andiamo a destra.  
(questa è una foto del precedente giro scansionata)

E’ un tratto di sentiero ad ampia vista
anche se, purtroppo, l’occhio cade sulla deturpante cava che sta facendo scomparire Monte Coloreta. 
Giunti ad un ulteriore bivio, anche se la traccia più evidente invita ad andare a sinistra, si prosegue diritto e, fatti pochi metri, si svolta di netto a destra buttandosi in discesa dentro al bosco, dove si ritrovano i segnavia bianchi e blu. Si finisce così in una disastrata mulattiera, via di comunicazione delle case sparse di questa zona. Poco dopo si giunge ad una grande sorgente. (non segnalata sulla carta) I segnavia portano a destra.


Andando diritto si sale ad una grande casa, senza nome sulla carta. Ho solo questa foto

Si va quindi a destra. Il sentiero prosegue in discesa e si immette nella mulattiera, a pochi metri da Brento Sanico, mulattiera che si era percorsa al mattino. Di qui, per il ritorno all’auto, si ripercorre la stessa strada dell’andata.


(Quindi..studiando bene la nuova cartina Alta Valle del Santerno Monti Editore) il giro ad anello riguarda solo la testata della valle. Ma varrà sicuramente la pena di ripercorrerlo anche perche questo ultimo tratto non me lo ricordo e non ho neanche foto.

Tempo di percorrenza: ore 4,30 circa + le soste
Dislivello: m. 450 circa
Difficoltà: facile
                                                                                                                                                                                             Anna

6 commenti:

  1. Per chi fosse interessato alla storia di Brento segnalo il libro "Brento, San Pellegrino, Casetta di Tiara" di Pier Luigi Tagliaferri edito da Angelini Editore (Imola) nel 2011
    mi sorprende che non ci sia piu il campanile, tre anni fa e mi sembrava ancora in buono stato....

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  2. Può darsi che sia coperto dalla vegetazione, io non l'ho visto. Confesso che non mi sono attardata tanto, avevo una grande voglia di uscire da quella macchia. Ma presto ci ritornerò, magari non da sola e allora guarderò se il campanile è ancora in piedi. Ma per poterlo fare bisogna che mi porti le forbici per tagliare un po di vegetazione. Grazie dell'informazione, mi farebbe veramente piacere scoprire che non è crollato.

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  3. Diamine!Non si finisce mai di scoprire le bellezze del nostro Paese.

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  4. Nelle rughe dei nostri appennini si nascondono tanti piccoli Borghi, magari fatti di sole due case e la chiesa. Tanti li abbiamo già persi e molti di quelli che ancora resistono presto la natura si riprenderà quello spazio che l'uomo aveva preso in prestito per poter vivere in simbiosi con Lei. I nostri Nonni lo hanno saputo fare. Per rispetto a loro e per non perdere questo patrimonio culturale unico dei nostri appennini, si chiede almeno di consolidare l'ancora esistente. Sono anni che vado dicendo queste cose e non solo sul blog, ma, a quanto pare, non interessa a nessuno!

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  5. Descrizione L’itinerario percorre luoghi di grande interesse geologico, botanico e storico-culturale. Subito oltre Livergnano si prende una strada sterrata (sentiero 809) ai piedi del Contrafforte Pliocenico. La si percorre finché non si trova un sentiero che scende in mezzo al bosco, fino alla Valle dello Zena. Una volta giunti in fondovalle, si risale lungo il versante, dentro il castagneto, fino sotto al Monte delle Formiche. Passando tra le case, si giunge al Santuario del Monte delle Formiche. Dopo una breve sosta per consumare il pranzo al sacco, e godere del panorama, si prosegue, scendendo tra i campi, verso Monterenzio, nella Valle dell’Idice (sentiero

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