domenica 22 luglio 2012

La bella Val Rendena

WEEK-END IN TRENTINO

Itinerario: Caderzone, Rifugio Giuliano, Val Genova,  Cascate di Nardis, Caderzone.
Sin dall’epoca preistorica l’uomo colonizzò il territorio del Trentino, territorio che  si presenta a forma di farfalla e che per la maggioranza è montuoso, ad esclusione  di alcune piccole aree pianeggianti situate nei fondovalle. La Val Rendena è famosa per le sue cascate formate dal Fiume Sarca che scende dai sovrastanti ghiacciai dell'Adamello. Spettacolari e impetuose, le sue acque rumoreggianti si fanno strada fra rocce e grossi massi che pian piano leviga. La sua folle corsa si placa solo una volta giunto a valle per  proseguire poi silenzioso e tranquillo lambendo i verdi prati, della Val Rendena, oasi di pascolo per la famosa vacca di colore“bigio”.
La quota più bassa del territorio del Trentino si trova al lago di Garda (65 m. s.l.m.), quella più alta sul Monte Cevedale (3764 m. s.l.m.).

Caderzone, nostro punto di partenza, è un incantevole luogo dove il verde dei prati, ricco di sfumature, si fonde con il verde più scuro dei boschi, dove lo sguardo viene attirato dall’azzurrissimo cielo punteggiato da candide nuvole bianche e dove si possono ammirare, fra prati e cielo, le alte cime dell’Adamello-Presanella e le affilate guglie delle dolomiti di Brenta.   I sentieri che si estendono in ogni angolo del territorio sono adatti sia per chi vuole fare semplici passeggiate sia per chi vuole affrontare percorsi  più impegnativi.                                 
Il percorso:

sabato: parcheggiata l’auto vicino al cimitero di Caderzone  (m. 770),  si ritorna sulla strada asfaltata e si va a destra. Si oltrepassa la chiesa e, poco più avanti,si sale la bella gradinata, a sinistra, che porta sulla stradina asfaltata dove, in un bivio, si trovano i segnavia per i Laghi S. Giuliano, sentiero n. 221. 
Si prosegue per la Via S. Giuliano per un breve tratto, poi la si abbandona per prendere lo stradello, lastricato, che sale a sinistra (ore 0.15).
E’ una mulattiera messa in opera negli anni trenta dalla gente del luogo, costruita con maestria e tanta fatica. 

Essa,  salendo senza soluzione di continuità, termina a Malga Campostril (ore 2,50 – m. 1830). 
Da questo punto si prosegue su stretto sentiero sassoso, in ripida salita,fino al  bellissimo Lago Vacarsa o di Campostril, di origine glaciale. 
Le sue acque incontaminate ospitano la trota fario, salmonide di notevole bellezza, autoctono delle nostre acque montane (ore 3,10 – m. 1912).
La salita non è ancora terminata, un ulteriore ripidissimo tratto porta alla Bocchetta dell’Acqua Fredda da dove si gode un’ampia vista sui fantastici rilievi della Val Genova (ore 4,20 – m. 2178). 
Ora si scende nella bella conca che ospit bellissimi laghi Garzonè e S. Giuliano,
in riva ai quali si trova il piccolo e simpatico Rifugio S. Giuliano, gestito con competenza ed estrema gentilezza. Questo luogo, incantevole, infonde pace e serenità 
(ore. 5,10 – m. 1960).
Domenica 
Spalle al Rifugio, sentiero n. 221, si risale il crinalino e si ridiscende in Val Germenega, dove si trovano sia la Malga omonima che, spostandosi di cento metri a sinistra, il suo piccolo laghetto (ore 1,00 – m. 1869). Si ritorna sui propri passi e, lasciando la malga sulla destra, in corrispondenza di essa, si va a sinistra. Poco dopo si trovano i segnavia. Si va a destra, seguendo il segnavia Germenega Bassa, sentiero n.224. Si percorre una zona prativa inzuppata di acqua, dove scorre anche un bel torrente che lo si guada su ponticello in legno. 
Poco dopo, quando il prato viene interrotto da un boschetto, si devia a destra su evidente traccia, tenendo sempre il torrente sulla destra (ore 2.00 – m. 1596). 
Alla vista della Malga si trovano di nuovo i segnavia per Val Genova, sentiero n. 244, che prosegue a destra. Si supera un nuovo ponticello ed, in breve, si inizia a scendere. E’ una lunga e ripida discesa che porta sul sentiero delle cascate (ore 3.15 - m. 1072).
Si va a destra. 
"Andando a sinistra si attraversa il dirompente e rumoroso Fiume Sarca e ci si immette nella strada asfaltata della Val Genova"
Ora il sentiero a fondo sassoso segue sempre la destra idrografica del Sarca in un ambiente boschivo e fresco, da percorrere con attenzione in caso di fondo bagnato.
Si giunge così alla fantastica cascata di Nardis, formata dal torrente Nardis che discende dalla Presanella (ore 3.55 – m. 976). Ora, avendo sempre il fiume sulla sinistra, si prosegue su largo stradello che, poco dopo, si immette nella strada asfaltata che è da seguire a destra. Dopo avere superato il bacino dell’ENEL si va a destra sulla prima sterrata con indicazione Carisolo.  
Di seguito ci si immette nella pista ciclabile che attraversa la splendida valle percorsa dal

 Fiume Sarca che, ora placato, scorre tranquillo e accompagna fino a Caderzone
(ore 5,10- m. 770).



E' vero.. il tempo passa inesorabile, ma per fortuna alcune testimonianze del passato ancora restano.....


anna 


mercoledì 11 luglio 2012

Castelluccio di Norcia "la fiorita" 2012


Domenica 5 luglio 2009
visita a Castelluccio di Norcia. 
Pubblicato su "Andar per Monti", oggi dismesso, per problemi di caricamento foto.

Monti Sibillini, cuore pulsante dell’Appennino Centrale, sistema complesso di montagne, valli e fondali. Creste ventose, pareti rocciose e aspre coronate da pendici boscose e misteriose foreste, fanno nascere forti sentimenti e desiderio di silenzi arcani per immergersi nelle leggende.

La Sibilla, le Fate, leggende ancora palpabili che tengono  sospesi fra mito e realtà.

Percorrere i sentieri dei Monti Sibillini non è solo camminare in montagna, è entrare in contatto con testimonianze antiche, con una cultura  delle passate e delle attuali simbiosi fra uomo e natura.

Il piano grande, è un’esplosione di colori che entrano nel cuore e nell’anima, nessuna parola può trasmettere questo forte sentimento. Una domanda viene spontanea guardando questi monti, queste doline , questi bacini. Piano Grande, Piano Piccolo, Pian Perduto, quando si sono formati? Quando sono emersi? Ebbene sembra che la zona sia rimasta sommersa fino a circa 65 milioni di anni fa. Dai 65 ai 55 milioni di anni fa (Paleocene) ha inizio l’emersione  e perdura a fasi alterne fino al (Pliocene 7 milioni di anni fa).

Così oggi guardiamo questi monti e queste valli venuti da lontano e ci sentiamo un nulla al loro confronto. Il minimo che possiamo fare è passare senza lasciare traccia, infinitamente grati per le forti emozione che ci procurano….



....................................................

Oggi 30 giugno 2012 poche cose sono cambiate e le emozioni sono rimaste le stesse!
La lenticchia 
(Lens esculenta)
E' una leguminosa da granella.
foto di Roberto
Da un punto di vista botanico appartiene all'ordine della famiglia delle Papiglionacee
Originaria della Mesopotania, è una delle piante alimentari più antiche che l'uomo abbia mai conosciuto. la sua coltivazione risale infatti ad epoche preistoriche, come testimoniano i ritrovamenti del periodo neolitico fatti in Europa.








Citazioni bibliche e letteratura georgica indicano che la coltura era molto popolare presso gli ebrei, gli egizi, i greci e i romani che la diffusero successivamente nei lori domini. 










La sua coltivazione è praticata nelle aree svantaggiate a clima temperato, semiarido, perchè la resistenza della pianta alla siccità e il ciclo biologico primaverile contribuiscono a ottenere raccolti soddisfacenti, anche se quantitativamente modesti.














La lenticchia viene coltivata anche a: Colfiorito, Annifo, Serravalle, Castelsantangelo sul Nera, Castelluccio. Queste due ultime località producono la qualità più pregiata.


Qui siamo sul "piano grande"


foto di Roberto


Pur essendo fra i legumi più digeribili e leggeri, è tra i legumi più ricchi di amido (46.5g) di proteine (25g), di ferro (5g), di fosforo (347 mg) di calcio (127 mg). Contiene buone percentuali di rame, zolfo e magnesio. Altrettanto interessanti sono i contenuti di aminoacidi essenziali e vitamine.


Sullo sfondo "il Vettore" dove è ben evidente la, così detta, Via delle Fate.




Questa è la lenticchia, come si può vedere, il suo fiore rispetto a tutti gli altri, è abbastanza insignificante, quelli che prevalgono sono: papaveri, fiordalisi, colza















non solo fiori a Castelluccio....
qui, la vita quotidiana, è scandita da gesti antichi, dove fatica, esperienza e costanza si fondono.








anna