A dodici km. da Faenza si trova Brisighella la più conosciuta via d'accesso alla Vena del Gesso romagnola. Facilmente raggiungibile percorrendo la statale 302 Ravenna - Faenza - Brisighella. Il gesso, come sappiamo, non è altro che un sale come quello da cucina, ma mentre il sale da cucina è cloruro di sodio, il gesso è solfato di calcio e precipita prima del cloruro di sodio. Così quando circa 6,5 miglioni di anni fa il meditterraneo iniziò a prosciugarsi, causa la temporanea chiusura del Meditterraneo, con l'Attlantico, in fondo al mare iniziò a depositarsi il solfato di calcio "gesso". Con l'emersione degli appennini e la successiva erosione, provocata dagli agenti atmosferici, sono venuti alla luce quei fantastici "strati di gesso" che ora noi possiamo ammirare. Capisco che questa sia una spiegazione semplicistica e decisamente incompleta, quindi per saperne di più consiglio di visitare il seguente sito: http://www.venadelgesso.org/geologia/geologia.htm.
Giunti a Brisighella si prosegue sulla statale, si oltrepassa la città e, dopo avere superato la stazione ferroviaria, alla grande curva, a sinistra si abbandona la statale per proseguire diritto.
Dopo alcuni tornanti, in corrispondenza proprio di una curva a destra, si imbocca lo stradello di sinistra. Occhio perchè rimane in posizione con poca visibilità. Ben visibili, ad ogni modo, sono i segnanvia che indicano il Santuario del Monticino ed il sentiero CAI n. 511. Quest'ultimo percorre la Cava e prosegue per il Rifugio Ca' Carnè. Si imbocca quindi la stretta stradina, ex mulattiera, ora purtroppo asfaltata, che sale ripida.
Percorsi circa cento metri ci si trova davanti ad un divieto di passaggio, si va a destra. Qui si trova un piccolo parcheggio da usufruire sia per per la visita al Santuario, sia per il Parco Museo Geologico Cava Monticino.
Percorso: Ci si porta alla fine del piccolo parcheggio dove sono stati posti due grossi massi di gesso uniti da una catena, alla sinistra di essi, su di un pannello, è riportata la carta dei percorsi didattici ed altre notizie legate al Parco. Nel seguente "sito" troverete tutte le informazioni. http://www.venadelgesso.org/
Io consiglio vivamente il seguente: si va a sinistra e, in leggera discesa, si entra nel cuore della Cava.
Vari pannelli esplicativi illustrano e informano sull'origine, la sedimentazione e formazione Gessoso-Solfifera, nonchè sulla storia e sulla rara flora creata dal particolare micro habitat della zona.
Pannelli numerati, guidano lungo il percorso. Chi è davvero interessato all'argomento trova, qui, la risposta a tante domande che, solo in presenza di un Geologo e di uno Storico, potrebbe ottenere.
Alcuni pannelli sono stati posti difronte a punti strategiti a livello geologico, come in questo caso che basta alzare gli occhi e si ha la visione di quello che si legge .
Si percorre quindi il letto della Cava. Si consiglia di calzare scarponcelli alti alla caviglia; il substrato argilloso, soprattutto in presenza di terreno bagnato, può risultare scivoloso.
Spettacolare ed anche un pò inquietante "abitante" della cava.
(Mantis religiosa Linnaeus)
Il percorso prosegue volgendo a sinistra. Dopo avere superato una zona pianeggiante si giunge ad uno stradello dove si trova una freccia con segnavia CAI n 511 - Rifugio Ca' Carnè.
che invita ad andare a destra.
Il sentiero sale ripido e, in breve, porta ad un nuovo bivio.
"Una fantastica opera d'arte illuminata da un raggio di sole".
Si va a destra e, poco dopo si giunge ad un ampio prato.
Da questo punto, andando a destra, su sentiero CAI n.511 si chiude l'anello. Il tracciato sovrasta la cava regalando un'ampia vista sulla zona carsica circostante.
Se si prosegue a sinistra, sempre su sentiero Cai n. 511, si può raggiungere sia il Rifugio Ca' Carné, sia il Monte di Rontana. Ai piedi della grande croce sono in opera scavi archeologici.
Noi abbiamo scelto di proseguire a sinistra. Si percorre un bel vialetto pianeggiante che porta a Ca' il Borgo Rontana, bella casa ristrutturata, che rimane a ridosso della strada asfaltata, Via Rontana.
Ci si immette, quindi nella strada asfaltata e si va, a destra, seguendo le indicazioni CAI. Si giunge così ad un nuovo bivio dove è posta
una simpatica capannina con sul tetto dei "Sempervivum Tectorum" ed altre piante.
Si prosegue a destra. Lungo la strada si trovano alcune sculture ricavate su blocchi di gesso. Scultore "Sergio Capirossi".
Si giunge così alla bacheca del Parco Naturale Carnè. (Fin quì ci si può arrivare anche in auto percorrendo la statale che da Brisighella porta a Riolo Terme, abbandonandola poco dopo il ristorante "Il Manicomio" per salire a sinistra su Via Rontana, poi a destra alla curva con "capannina dei semprevivi"). Poco più avanti si trovano i segnavia per salire al Monte di Rontana.
I segnavia non mancano e il percorso su stretto sentiero dentro al bosco è davvero piacevole.
Per un tratto sale leggermente, poi si inerpica su roccette e porta ad un dosso con bellavista
sulla grande croce del Monte Rontana. Da questo punto, in pochi minuti si raggiunge la croce.
Su questo Monte, dove un tempo esisteva un Castello, stanno eseguendo scavi archeologici.
Ritornati sui propri passi giunti alla strada, siamo andate a sinistra. Altre statue ricavate da blocchi di gesso. Scultore "Michele Tucci".
In breve si giunge al Rifugio Ca' Carnè.
Carnè è un'area di proprietà pubblica di estremo interesse paesaggistico e naturalistico nei Gessi di Rontana e Castelnuovo.E' stato istituito nel 1973 dalla Provincia di Ravenna e dai Comuni di Brisighella e di Faenza, che lo amministrano attraverso un Comitato di gestione.Attualmente la superficie del Parco è di 43 ettari (i 26 originari ai quali vanno aggiunti 17 ettari in "comodato") (Estrastto da: Centro visite "Rifugio Carnè" Brisighella).
Per il ritorno si ripercorre lo stesso sentiero dell'andata fino al grande prato, si trascura la traccia che scende a destra e porta dentro la cava, per andare diritto su ben evidente traccia in mezzo al prato, seguendo le indicazioni CAI n. 511. Il tracciato prosegue sopra la cava. Spettacolare vista ad ampio respiro sui calanchi e sulla pianura fino al mare.
Il tracciato scende fra arbusti fino a sfiorare la strada asfaltata, poi volge decisamente a destra
e con una ripida discesa e bella vista sul Santuario del Monticino, riporta al piccolo parcheggio del punto di partenza.
Dislivello m. 250 circa.
Tempo di percorrenza, 2 ore circa, senza le soste.