Dall'11 al 23 maggio 2011
Sono passati alcuni anni, dalla prima mia vacanza su di un'isola, allora si trattava dell'Isola Gran Canaria. La sensazione che provai, trovandomi in un luogo completamente circondato dal mare, lo ricordo ancora ora. Non era stata una sensazione piacevole, mi sentivo come se avessi le ali spezzate. Con l'auto, percorsi l'Isola in lungo e in largo, ma il fatto di non poter avere altra via di fuga, tranne per mare, mi provocava angoscia. Ancora oggi, dopo avere visitato diverse isole, come scendo dal traghetto e metto piede a terra, provo questa strana sensazione, anche se, ora, meno intensa. Così, mercoledì 11 maggio 2011 quando siamo sbarcati a
Avevamo pensato ad una vacanza trekking con spostamenti nei vari punti dell'isola dove vi fosse la possibilità di percorrere sentieri che portassero alle maggiori altitudini e, non solo.
Muniti del nostro piccolo camper, mezzo ideale per girare l'Isola, ci siamo spostati da un luogo ad un'altro senza problemi. Le strade, abbastanza larghe e semideserte, almeno in questa stagione, hanno reso i nostri trasferimenti facili e veloci.
Il 12 giugno inizia il nostro "vagabondar per monti". I sentieri, le mulattiere e la montagna tutta, in questa stagione, è un inno alla Dea Primavera.
Iniziamo la salita per il mausoleo delle miniere. Percorriamo il lungomare Kennedy, dove si trovano alcune interessanti sculture e quando volgiamo lo sguardo verso il mare, gli occhi si appoggiano sugli isolotti di Palmaiola e Cerboli.
Oltrepassiamo il promontori di Capo Scandelli e Capo Castelli e ci troviamo di fronte
la bella spiaggia di Frugoso ed il piccolo isolotto dei Topi. Proseguiamo inoltrandoci in una fitta macchia mediterranea con una straordinaria biodiversità vegetale. Ma quello che lascia davvero incantati è la spettacolare fioritura di Cisto; Cisto Rosso,Cisto di Momtpellier e Cisto Femmina in grandi quantità.
Il Cisto Rosso è un arbusto di media altezza che lo si trova, numeroso, lungo sentieri e le mulattiere
e il Cisto Marino è presente ovunque.
Interessante è anche l'enorme quantità di rosmarino. Il suo profumo è davvero intenso e i suoi fiori, a piccoli mazzetti, sono bianchi all'interno e rosa pallido all'esterno insolito da vedere per noi.
Proseguiamo accompagnati da un'infinità di colori e profumi. Il percorso sale a brevi comodi tornanti sulle pendici del Monte Lentisco poi, una breve discesa porta all'interno di un fitto bosco e, di seguito, alla particolare struttura del Mausoleo Tonietti. E' un edificio progetteto in stile neogotico dall'architetto Adolfo Coppedè.
Iniziamo la salita per il mausoleo delle miniere. Percorriamo il lungomare Kennedy, dove si trovano alcune interessanti sculture e quando volgiamo lo sguardo verso il mare, gli occhi si appoggiano sugli isolotti di Palmaiola e Cerboli.
Oltrepassiamo il promontori di Capo Scandelli e Capo Castelli e ci troviamo di fronte
la bella spiaggia di Frugoso ed il piccolo isolotto dei Topi. Proseguiamo inoltrandoci in una fitta macchia mediterranea con una straordinaria biodiversità vegetale. Ma quello che lascia davvero incantati è la spettacolare fioritura di Cisto; Cisto Rosso,Cisto di Momtpellier e Cisto Femmina in grandi quantità.
Il Cisto Rosso è un arbusto di media altezza che lo si trova, numeroso, lungo sentieri e le mulattiere
e il Cisto Marino è presente ovunque.
Interessante è anche l'enorme quantità di rosmarino. Il suo profumo è davvero intenso e i suoi fiori, a piccoli mazzetti, sono bianchi all'interno e rosa pallido all'esterno insolito da vedere per noi.
Proseguiamo accompagnati da un'infinità di colori e profumi. Il percorso sale a brevi comodi tornanti sulle pendici del Monte Lentisco poi, una breve discesa porta all'interno di un fitto bosco e, di seguito, alla particolare struttura del Mausoleo Tonietti. E' un edificio progetteto in stile neogotico dall'architetto Adolfo Coppedè.
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Ritornati sui nostri passi ci troviamo ad una biforcazione, decidiamo di proseguire verso Montegrosso. Il percorso prima si innalza poi ridiscende ed infine sale ripido delimitato da cespugli di cisto. Poi si immette in una larga carraia che in breve porta sulla cima (mt 348 ) dove si trova ancora ben conservato "Il Semaforo", un'importante postazione militare di vedetta usata dai soldati italiani durante l'ultima guerra mondiale.
13)Ritornati a Cavo, siamo partiti per Rio nell' Elba percorrendo la stretta, ma comunque agevole, strada interna dell'isola. "Se è vero che l'anima antica dell'isola va cercata tra i vicoli dei paesi di collina, a Rio nell'Elba la ricerca non è vana. Forse nessuno degli antichi centri ha vissuto, è stato protagonista o testimone di tutti momenti della storia isolana, da quelli più sfolgoranti ai più drammatici, come questo. Una storia millenaria, nel bene e nel male legata alle miniere. Una storia che parte dall'eneolitico, quando da queste parti si sviluppò una società, oltre che di cavatori, di commercianti e metallurgisti, con standard di vita che non andavano lontani dall'attuale opulenza. I resti di essa sono rimasti in una delle necropoli più importanti in Italia di questo periodo, in località San Giuseppe, tra i due Rii, quello alto e quello basso. Il ricco corredo funebre degli inumati si può ammirare nel museo archeologico del paese.,"
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Nelle vicinanze, Visitiamo la Chiesa di S. Caterina costruita nel XVII secolo.
Saliamo poi sul Monte Giove, dove si trovano le rovine del Castello del Giogo. La fortificazione fu distrutta nel 1552 dal pirata Dragut.
Naturalmente i fiori non mancano mai. (valeriana)
Ritornati sui nostri passi ci troviamo ad una biforcazione, decidiamo di proseguire verso Montegrosso. Il percorso prima si innalza poi ridiscende ed infine sale ripido delimitato da cespugli di cisto. Poi si immette in una larga carraia che in breve porta sulla cima (mt 348 ) dove si trova ancora ben conservato "Il Semaforo", un'importante postazione militare di vedetta usata dai soldati italiani durante l'ultima guerra mondiale.
13)Ritornati a Cavo, siamo partiti per Rio nell' Elba percorrendo la stretta, ma comunque agevole, strada interna dell'isola. "Se è vero che l'anima antica dell'isola va cercata tra i vicoli dei paesi di collina, a Rio nell'Elba la ricerca non è vana. Forse nessuno degli antichi centri ha vissuto, è stato protagonista o testimone di tutti momenti della storia isolana, da quelli più sfolgoranti ai più drammatici, come questo. Una storia millenaria, nel bene e nel male legata alle miniere. Una storia che parte dall'eneolitico, quando da queste parti si sviluppò una società, oltre che di cavatori, di commercianti e metallurgisti, con standard di vita che non andavano lontani dall'attuale opulenza. I resti di essa sono rimasti in una delle necropoli più importanti in Italia di questo periodo, in località San Giuseppe, tra i due Rii, quello alto e quello basso. Il ricco corredo funebre degli inumati si può ammirare nel museo archeologico del paese.,"
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Nelle vicinanze, Visitiamo la Chiesa di S. Caterina costruita nel XVII secolo.
Saliamo poi sul Monte Giove, dove si trovano le rovine del Castello del Giogo. La fortificazione fu distrutta nel 1552 dal pirata Dragut.
Naturalmente i fiori non mancano mai. (valeriana)
Siamo poi partiti per Rio Marina. La torre del Porto risale al 1534, costruita da Giacomo V Appiano, principe di Piombino, per difendere lo scalo della Marina di Rio. A base ottagonale, alla fine del XIX secolo venne rialzata con l’aggiunta della torretta con l’orologio.
Da Rio Marina ci siamo diretto verso Porto Azzurro ma, giunti nelle vicinanze di Monte Castello, abbiamo deviato a destra seguendo le indicazione per il Santuario della "Madonna di Monserrato". Fatti pochi chilometri incontriamo questo spettacolare pino. Parcheggiamo nella sua generosa ombra. La strada prosegue per cinquecento metri poi diventa sentiero con Via Crucis.
Vale davvero la pena di raggiungere questo luogo di pace. Il Santuario fu eretto nel 1606 per ordine del governatore spagnolo Pons y Léon. Il nome deriva dalla venerazione della statua della Madonna nera in trono con il Bambino, un'imitazione di quella presente nel santuario di Montserrat presso Barcellona. Il santuario presenta forti richiami alla cultura architettonica del barocco iberico nelle decorazioni che movimentano le superfici.
A questo punto abbiamo deciso di spostarci a Capoliveri. "Tutto raccolto sulla sommità di una dorsale isolata, il paese nacque come fortezza d'altura in epoca etrusco-romana, in posizione strategica dalla quale era possibile controllare i due mari di meridione e di ponente e, in alcuni punti più elevati, arrivare a vedere il mare di settentrione e la stessa Portoferraio, l'antica Fabricia romana. E' uno dei luoghi storicamente più interessanti dell'isola e ha conosciuto l'accertata presenza etrusca, dovuta alla grande importanza economica delle miniere del ferro e del relativo commercio che i Rasenna - così gli Etruschi chiamarono loro stessi - abilmente gestirono ben oltre i confini della loro confederazione "
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14- Ci incamminiamo verso il Monte Calamita, raggiungiamo Punta Buzzicone, Ripalte, percorriamo carraie, sentieri e strade a strapiombo sul mare. Una lunga escursione di circa 20 km. con ritorno a Capoliveri.
15 - In camper, ci spostiamo nella località Lacona, andiamo nel campeggio "Valle Santa Maria", posto in riva al mare, luogo davvero incantevole.
16- Zaino in spalla. Partenza a piedi, dal campeggio, per andare nella vicina "Punta Stella" un promontorio che si allunga sul mare con vista spettacolare sulle sottostanti acque cristalline. La percorriamo facendo un ampio giro ad anello con variante per giungere fino ad una splendida insenatura. I colori dell'acqua sfumano dal verde pallido, all'azzurro, al blu intenso.
17- Partiamo per Marina di Campo e S. Piero in Campo. Ci incamminiamo in questo ambiente da cartolina per salire a "Pietra Murata" e visita alla torre di S. Giovanni, uno tra i più antichi monumenti post-romani dell'isola (XI sec.), esistenti nella loro forma originaria.
18- Raggiungiamo Marciana, su di una strada decisamente panoramica che ci porta a fare varie soste per poter fotografare. Alle ore 15 giugiamo al parcheggio della funivia per Monte Capanne, dove rimaniamo per due notti.
19- Escursione a Monte Capanne. Bellissima e gratificante salita sulla "diretta" sent. n.1.
Nel primo tratto, con una breve deviazione, siamo andati a visitare la grotta S. Cerbone, luogo in cui il Santo andava a pregare. Proseguendo poi sul sentiero incontriamo il Romitorio dove S.Cerbone vi si rifugiò braccato dai Longobardi nel VI secolo.
riprendiamo a salire a zig zag su lastroni di arenaria. La salita è ripida e porta veloce in alto e, la vista, alle nostre spalle, spazia fino all'orizzonte. Così presto giungiamo sulla cima . Delusione...deturpata da grandi pali della luce e parabole e, come se non bastasse, troviamo una folla rumorosa con sandali e scarpette con tacco, giunta fin qui servendosi della "bidonvia".
Quindi ci troviamo un angolino dove questi non "osano" e ci mangiamo il nostro panino. La vista è superba. La discesa, per un tratto, la facciamo sullo stesso percorso dell'andata ma, ad un bivio, giriamo a sinistra sul sentiero n.6 che viaggia a mezzacosta e, gioia per i nostri occhi, lo troviamo delimitato da tanti fiori.
Dopo avere percorso la testata della valle con un'ampio giro risaliamo la larga scalinata che conduce al Santuario Madonna del Monte. L'impianto originario della chiesa è romanico, molto probabilmente del XII secolo, ad opera dei pisani.
Ritornati al camper partiamo per una visita al medioevale paese di Poggio che si "annida" sopra Marciana Marina. Le tipiche viuzze sono lastricate in granito e concentriche alla chiesa di S. Niccolò, situata nel punto più alto del paese. Rinomata la Fonte di Napoleone per la sua acqua sorgiva.
Poi, visita a Marciana Marina dove, al porto, abbiamo potuto ammirare la Torre costiera degli Appiani.
20- Siamo partiti per Portoferraio, durante il tragitto ci siamo fermati per fare una visita alla così detta "Villa di Napoleone". In realtà, quando Napoleone giunse in questo luogo, la villa esisteva già. Lui vi soggiornò solo tre mesi.
Di seguito siamo andati in escursione sulla penisola di Enfola. Luogo di una bellezza unica. Sulle cui rocce nidificano numerosi gabbiani.
Dopo una breve visita a Portoferraio, ci siamo recati al Camping "Rosselba" che si trova sito in zona "Ottone" a circa 15 km. da Porto ferraio. All'interno del campeggio c'è uno spettacolare giardino Botanico, ricco di gigantesche e rare palme.
Alla sera non ci siamo lasciati sfuggire il tramonto, sul mare, visto dalla spiaggia del campeggio. Sullo sfondo
Porto Ferraio
21) Mini crociera sul "nautilus"con vista sul fondo marino.
Anche se è una cosa tutta preparata per turisti è stato comunque divertente.
Porto Ferraio
21) Mini crociera sul "nautilus"con vista sul fondo marino.
Anche se è una cosa tutta preparata per turisti è stato comunque divertente.
22) Saliamo al Volterraio; l'unico forte elbano che non fu mai conquistato. Originariamente forte Etrusco, cosidetto "d'altura", passato sotto il dominio romano e successivamente riedificato dai Pisani attorno al 1281, di cui mantiene tutt'oggi le caratteristiche. L'architetto era di origine Volterrana, da questo forse il nome, oppure (come nel caso di Volterra stessa) il nome può derivare dal latino vultur, avvoltoio (o rapaci in genere), con ogni probabilità antichi frequentatori di queste rupi.
Al pomeriggio visita a S. Giugliano e, di seguito, al Colle Reciso, per una visita alla piccola Chiesa di S. Lucia.
Il nostro "vagabondar per monti" è terminato.
23) Siamo ritornati.
Abbiamo camminato "fra cielo e mare", immersi "fra natura e storia" e siamo ritornati con un bagaglio ricco di conoscenza, su questa montagna in mezzo al mare.
Al pomeriggio visita a S. Giugliano e, di seguito, al Colle Reciso, per una visita alla piccola Chiesa di S. Lucia.
Il nostro "vagabondar per monti" è terminato.
23) Siamo ritornati.
Abbiamo camminato "fra cielo e mare", immersi "fra natura e storia" e siamo ritornati con un bagaglio ricco di conoscenza, su questa montagna in mezzo al mare.