venerdì 23 settembre 2011

"Val Grande" area Wilderness, santuario della natura

Dal 9 all'11 settembre in Valgrande (Brescia)
Se entri in Val Grande col cuore aperto e saprai guardare con gli occhi di un bambino, ne uscirai cambiato. Qui non servono né titoli né lauree, qui basta cuore, sensibilità e rispetto per una natura e una storia che nulla hanno di superficiale, né di banale o di scontato. Racchiusa dalla Val D'ossola a Ovest, dalla Val Vigezzo a nord, dalla Val Cannobina a nord-est, dalla Valle Intrasca ad est e dall'entroterra verbanese a sud e sormontata da una catena di monti aspri e impercorribili, la Val Grande, al viandante, mostra subito il suo severo e intrigante carattere.
Natura selvaggia e impervia con cui l'uomo ha saputo in simbiosi per secoli. 
"Masso Coppellato" ad Alpe Prà. Il Masso Coppellato è una grande lastra di "micascisto" di circa un metro di spessore, in cui sono incise 35 coppelle in buona parte unite da canaletti. Diverse interpretazioni sul significato delle incisioni: simboli astronomici? Religiosi? Oppure una mappa della zona?
Gli itinerari, considerati di media difficoltà, sono comunque impegnativi e se si vuole percorrere un anello, i tempi di percorrenza sono di sei sette ore. Noi ne abbiamo percorsi tre. Tre pagine di storia e di natura selvaggia che ci hanno fatto riflettere.
1° giorno- Cicogna, Pogallo, Alpe Prà Cicogna.
Dalla piccola Piazza di Cicogna (ore 8,20-m.736), si percorre, per circa 100 metri, a ritroso, la strada asfaltata. Al primo tornante la si abbandona per voltare a sinistra su largo sentiero, o meglio su "strada Sutermeister"








Il largo sentiero, sapientemente lastricato, entra nella valle prima in falsopiano, poi si abbassa verso il torrente Pogallo. Torrente con acque costanti, spesso impetuose, che nei millenni hanno levigato centinaia di metri di roccia creando profonde e spettacolari forre. 






Il percorso, per un buon tratto, si mantiene alto sul torrente. Ponticelli, sia in pietra che in legno, aiutano a superare alcuni canali.


Alcune lapidi ricordano persone che qui hanno perso la vita. 













Il percorso, poi, si abbassa e sfiora un ponte che, alto sul torrente, permette di attraversarlo e di ammirare una ricca cascata (ore 10.00 m. 595) (per scendere al ponte c'è da fare una breve deviazione).
Ritornati sul sentiero si prosegue diritto, ora in salita e, con alcuni saliscendi, si giunge alla
"porta", una tavola di legno con inciso "Benvenuti a Pogallo" appesa a due alberi,  che immette nell'ampio pianoro dove si trova il piccolo borgo di Pogallo (ore 10.45 - m. 777).




         






Alcune case sono state ristrutturate mantenendo esattamente le loro caratteristiche.  Muri a secco magistralmente eretti formano queste misere e nello stesso tempo affascinanti casette dove hanno vissuto per secoli intere famiglie. 








Proseguiamo inoltrandoci in un provvidenziale bosco, visto il caldo torrido che fa oggi. Il percorso sale senza soluzione di continuità fino al termine  bosco. Una grande Maestà ci appare all'improvviso: Maestà dell'Alpe Braco. 
















Da questo punto la salita si addolcisce e, in breve, si giunge ad Alpe Lecciuri (ore 12.30 - m. 1311). Lo spettacolo  che si può ammirare di qui è incomparabile. Arditi profili rocciosi svettano davanti a noi, mentre in fondo valle si vede  Pogallo, lasciato circa un ora e mezza fa. Ancora poche decina di metri e si giunge al crinale. 











Splendido il belvedere 
sulla bassa 
Val Grande e sul Lago Maggiore. Si seguono le indicazioni per Alpe Prà - Cicogna. Il percorso prosegue protetto da una vigorosa faggeta. Dopo un ardito passaggio fra due massi si inizia a scendere di quota e quando il bosco dirada, volgendo lo sguardo a destra, appaiono, come per incanto, le cime innevate del Monte Rosa.



Magica e quasi irreale visione, considerando il caldo torrido che ci accompagna e ci fa soffrire fin da questa mattina.










Ma le sorprese non sono finite; giunti alla "Casa dell'Alpino", della sezione di Intra, dell'A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini), si gode di una splendida visione del Lago Maggiore ed ancora un' emozionante vista sul monte rosa (ore 13.00 - m. 1233).






Ora si scende verso Cicogna, ma un'altra fermata è d'obbligo, per ammirare, oserei dire, la cosa che più ci premeva di vedere in questo nostro viaggio.

Il "Masso Coppellato", in posizione dominante la valle, orientato ad est, ci rivela il passaggio di un'antica civiltà con credenze, forse, rivolte sovrannaturale.

Incisioni rupestri, simboli di antiche civiltà. Noi oggi percorriamo centinaia ed anche migliaia di chilometri per poterle ammirare, ma una volta giunti al loro cospetto rimaniamo ammutoliti, dalla nostra bocca non esce alcun suono; stiamo li in silenzio cercando di capire il loro significato.... chi dice di avere capito penso lo faccia per un'atavica paura dell'ignoto o per orgoglio. In verità ancora oggi è stata trovata alcuna chiave di lettura.


Il luogo si chiama Alpe Prà, rimane a pochi passi dalla "Casa Dell'Alpino", una piccolissima "Alpe" affacciata sul Lago Maggiore.

Ora una larga mulattiera scende a stretti tornanti. Poco prima di cicogna si incontra "Il Roccolo", altri rustici dove l'abbandono non ha avuto pietà (ore 14.00 - m. 736).
Tempo di percorrenza: ore 5.30 + le soste
Dislivello: considerando i vari saliscendi, intermedi, fra le altitudini descritte, risulta di circa: m. 800