giovedì 10 febbraio 2011

17 aprile - Escursione sul "Sentiero Garibaldi"



CAI Ravenna - UOEI Faenza
Così, noi, abbiamo pensato di festeggiare il 150° anno dell’Unità d’Italia.
Il 17 aprile 2011- Andremo a percorrere un tratto del possibile itinerario  che Don Giovanni Verità fece percorrere a Garibaldi e Capitan Leggero in quella famosa notte fra il 22 e il 23 agosto del 1849; da Popolano (Marradi) a Palazzuolo sul Senio.
Tra le vicende storiche che hanno interessato questi luoghi dell’Appennino tosco-romagnolo vi è stato il passaggio del Generale Giuseppe Garibaldi e del Capitano Leggero, accompagnati da don Giovanni Verità, ricercati dalle guardie Pontificie e dal Granducato. Correva l’anno 1849, 2 luglio, la lotta attiva per la difesa di Roma era praticamente cessata. Garibaldi, preso atto della disfatta, si rivolgeva a quanti lo avevano seguito fino ad allora dicendo: “La fortuna che oggi ci tradì ci arriderà domani. Io esco da Roma, chi vuole continuare la guerra contro lo straniero venga con me. Io non offro né paga, né quartieri, né provvigioni. Io offro fame, sete, marce forzate, battaglie e morte, chi ha il nome d’Italia non sulle labbra soltanto, ma nel cuore, mi segua” . Con circa quattromila uomini usciva da Roma con l’intenzione di raggiungere Venezia per portare aiuto alla città e farla resistere all’attacco austriaco. Così, in marcia attraverso il Lazio, l’Umbria e le Marche, arrivava a S. Marino, dove, come è noto, si scioglieva la legione. Con un esiguo numero di uomini e con la moglie Anita, ammalata, la sera del 1° agosto piombava a Cesenatico. Con difficoltà riusciva a fare uscire i “bragozzi” dal Porto Canale di Cesenatico, ma venne scoperto dalla marina Austriaca: Otto bragozzi furono catturati, cinque riuscirono a scappare, ma, vista l’impossibilità, di fuga Garibaldi fece arenare i bragozzi a 8 km a nord di “Magnavacca” (ora Porto Garibaldi). Inizia così la cosiddetta “trafila”, cioè il piano di salvataggio e la rete di salvataggio clandestina svoltasi fra il 3 e il 27 agosto 1849. Il 4 agosto alle ore 19,30 moriva Anita alla fattoria “Guiccioli” a Mandriole. Il Generale, straziato dal dolore, non voleva lasciare quel capezzale ma Capitan Leggero lo convinse . Iniziò così quell’avventurosa fuga che attraverso le Valli e poi gli Appennini li doveva portare al porto di Genova. Lunga, avventurosa e sofferta fu la fuga. Ci vollero 22 giorni per arrivare al Monte Trebbio (fra Dovadola e Modigliana), dove li attendeva Don Giovanni Verità che li guidò attraverso un itinerario serpeggiante al confine fra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio su sentieri noti soltanto agli abitanti del luogo e ai cacciatori.
Sulla base della ricerca storica e delle informazioni assunte in loco, che si sono tramandate fra generazioni, si è cercato di ricostruire, per quanto possibile, il percorso seguito da Don Giovanni Verità per condurre i fuggiaschi, Garibaldi e Leggero, da Popolano a Palazzuolo .
L’itinerario, privo di difficoltà, tranne che per la lunghezza, collega la Valle del Fiume Lamone a quella del Senio e si sviluppa su strade sterrate, mulattiere, sentieri, che si mantengono per lunghi tratti in posizione panoramica. Inoltre si toccano o comunque si sfiorano alcune significative testimonianze del passato quali la chiesa di S. Pietro in Valnera, il borgo rinascimentale di Gamberaldi, la Villa di Gruffieto del 1752, la Badia di Susinana, dove, nel 1302 fu sepolto Maghinardo Pagani “il lioncel dal nido bianco che muta parte da la estate al verno” (Inferno, Canto XXVII) e, naturalmente, Palazzuolo.
Programma:
-Durata dell’escursione ore 7,30/8,00 (dipende dal passo)
-Difficoltà EE (per la lunghezza)
-Dislivello m. 970 in salita m. 810 in discesa
-Partenza  ore 06,00, col pullman, da Ravenna -Piazza Natalina Vacchi
-sosta a Faenza ore 06,30 per fare salire altri soci
-arrivo a Popolano ore 07,30
-inizio escursione ore 08,00
Arrivo previsto a Palazzuolo ore 16.00 dove siamo attesi dai volontari della Pro Loco, di Palazzuolo, che ci offriranno un pasto caldo.
Percorso in dettaglio:
                                                      
Si parte dalla piazzetta L. Fabbri di Popolano (276 m.) a lato della statale e del ponte sul Fiume Lamone.




Seguendo i segnavia ci si incammina, poco dopo, lungo uno stradello con Via Crucis per giungere sotto il ponte della ferrovia.



A questo punto, se è possibile, poichè sono sorti problemi di passaggio causa pericolo di crollo del ponticello stesso, si supera il ponte e si prosegue su mulattiera che conduce a Ca’ di Go.








Altrimenti si seguono i nuovi segnavia, per aggirare l’ostacolo, che conducono comunque a Ca’ di Go (470 m.) su percorso più lungo. Si scende quindi sull’altro versante per raggiungere un castagneto, poi una
casa ristrutturata, quindi il Rio di Campo Dosio






ed infine la chiesa di Valnera. Il percorso continua sulla stradina di sinistra per giungere a








Ca’ Bando, poi si sale più ripidamente e si arriva ad un ampio pianoro; si prosegue fino in vista del











  Borgo Gamberaldi
e la sua cinquecentesta Villa






Si svolta a destra, pochi metri per giungere a Ca' "Pratolina", ristrutturata nel 2600 sono stati ricavati tre appartamenti nei quali si può soggiornare. Luogo davvero incantevole. Per informazioni clicca qui.i risale il Monte Gamberaldi, dove transita il sentiero CAI 505. Lo si attraversa e si scende sul versante opposto percorrendo prima un sentiero, quindi uno stradello che raggiunge il Torrente Sintria.



 
 
Superata Ca’ Casetto, si sale fra roccette e roverelle fino al crinale dove si svolta a sinistra. Si prosegue seguendo la segnaletica CAI 545A-519 e segnavia UOEI, fino a giungere alla
 
 
 
 
 
 
   
Villa di Gruffieto. Oltrepassata la costruzione, sulla sinistra, si percorre la mulattiera che, superato un fosso, sale in direzione del Bacero. All’altezza di un capanno da caccia si devia a destra su stradello. Si prosegue passando da un castagneto e, di seguito, da un essiccatoio delle castagne ed infine si giunge al Rio Cesari. Non lo si oltrepassa ma si svolta a sinistra su sterrato che conduce alla
 
 
   
 
Badia di Susinana. Poco prima di raggiungere la Badia, si devia a sinistra su stradello e quindi su sentiero che aggira il monte. Giunti alla strada asfaltata si va a sinistra, se ne percorre un tratto e, poco prima di giungere a Ca’ i Salti, si scende a destra su di un prato; lo si percorre deviando a sinistra e, poco dopo, diventa visibile la vecchia mulattiera che conduce a
 
 
 
   
 
 
 
 
Palazzuolo sul Senio dove ci attende un pasto calto offerto dai volontari della "Pro Loco" di Palazzuolo.
 








Per poter partecipare occorre prenotarsi: la spesa prevista per il trasporto e l'assicurazione verrà calcolata in base al numero dei partecipanti.
Referenti : Anna Boschi - 3355265966 - e-mail piccoloedada@libero.it 
Roberto Tassinari - 3495591056 e-mail tasberto@tiscali.it