lunedì 29 giugno 2015

"Sentiero Roberto Tassinari"

Il sempre crescente bisogno di stare a contatto con la natura ci ha portato alla ricerca sia di spazi aperti dove la vista non si ferma, ma anche di ombrose valli e intricati boschi. Questi ultimi erano i più amati da Roberto. Lo studio di un percorso non segnato, di una mulattiera ormai scomparsa che un tempo collegava case e borghi, la ricerca dei toponimi, delle sorgenti e delle Maestà, assorbivano tutta la sua attenzione. Tutte queste strutture lo portavano mentalmente a rivivere un’epoca ormai passata che non accettava di dover lasciare andar via. Egli soffriva alla vista di una casa ridotta a rudere e, incurante del pericolo, la avvicinava e, regolarmente, le dedicava una visita accurata fotografando tutto quello che ancora rimaneva in piedi. Non gli sfuggiva nulla: un fregio, un arco, una data, una finestra aperta sul cielo, un campanile a vela sostenuto solo da un groviglio di edera. Si portava a casa queste immagini e, con ostinazione, ne ricercava il toponimo ed era felice quando riusciva a scoprire il nome dell’ultimo abitante, quasi a sperare che questo potesse rallentare il lento ma inevitabile avanzare della pietosa natura che tutto copre facendolo sparire per sempre. E’ stato l’interesse per questi luoghi abbandonati che ci ha portato su percorsi non molto frequentati, spesso non segnati o di difficile individuazione sulle carte. Ma Roberto ormai si era dotato di una buona attrezzatura tecnologica ed era diventato esperto nell’usarla, al punto  che, per Lui, il territorio non aveva più segreti. E’ stato il girovagare per queste valli che ha fatto nascere, a Roberto, l’idea di unire i vari tratti percorsi per far sì che divenissero un unico sentiero. Mi chiedeva spesso cosa ne pensavo, perché chiaramente c’era tanto lavoro per entrambi, ma memori della bella esperienza passata per la ricerca del sentiero “00”, non ho avuto alcun dubbio e l’ho incoraggiato ad andare avanti. Si è messo al lavoro per creare un’unica traccia. Non è stato semplice ma alla fine il risultato è venuto alla luce. Così siamo partiti, Lui armato di gps, carte e buona macchina fotografica, io con registratore e una piccola compatta. Abbiamo percorso il sentiero passo a passo descrivendone minuziosamente tutti i passaggi. Una volta, però, che il lavoro era arrivato a buon punto, il male è sopraggiunto improvviso e feroce. 
Smarrimento, angoscia e dolore, mi hanno bloccata per mesi, ma poi quando sono riuscita di nuovo a ragionare ho pensato che non potevo mollare. Roberto meritava che portassi a termine questo lavoro a cui aveva dedicato tanto tempo e tanta passione. Così, con tutti i miei appunti ,mi sono precipitata dall’Editore Raffaele Monti, già al corrente del lavoro che avevamo iniziato. Non ero sicura che avrebbe accettato di portare a termine la nostra guida. Devo dire, invece,che con squisita gentilezza non solo ha accettato la mia richiesta, ma mi ha assistita ed aiutata a comporre tutti i pezzi. Grazie Raffaele!! Così è nata questa guida che ho voluto dedicare a Roberto. Una guida che, come per il sentiero 00, ha ottenuto il “plauso” del Vicepresidente del CAI Nazionale Paolo Borciani, che ringrazio di cuore. 
Trovatevi 48 minuti, mettevi comodi e godetevi il percorso. Vi assicuro che ne vale la pena!!

  anna