martedì 27 marzo 2012

Fra Storia e Natura

Lago degli Idoli
Da dove veniamo, dove andiamo?
Interrogativo che esiste dalla notte dei tempi. Il mistero che riguarda l’origine della nostra esistenza ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro ed ancor oggi chi sostiene di non credere a niente e nessuno, si ritrova poi, nei momenti difficili, ad invocare qualcuno; qualcuno che per noi oggi può essere Dio, ma che per le popolazioni antiche era sicuramente una divinità, il più delle volte rappresentata da una statuetta. Così nascono gli Idoli, oggetto di culto, da adorare, o da donare in cambio di un favore ottenuto o richiesto.

Quel piccolissimo lago pensile che si trova dove meno te lo aspetti; non in un fondovalle, ma nel pendio, proprio nel punto in cui, discendendo dalla cima, la pendenza si accentua. Fa pensare ad un’urna, un nido di rondine e, come se non bastasse, il livello dell’acqua si manteneva costate, con la risorsa si rinnovava continuamente rimpiazzando magicamente ogni prelievo, lo faceva ritenere sacro.
Oggi sappiamo che l’acqua vi affluiva dal basso e dall’interno della montagna, accumulandosi nell'invaso stagno finché la pressione idrostatica non raggiungeva l’equilibrio. Ma tremila anni fa questo fenomeno poteva avvenire solo per potere divino. E' così che, come in tanti altri luoghi, nell’antichità nasce il culto dell’acqua. I bronzetti del Lago degli Idoli, ritrovati nel 1838, vengono riconosciuti come offerte votive appartenenti ad una produzione databile in epoca etrusca-romana, fra il VI e IV secolo a. C..
Il percorso
Al Passo della Calla (m.1296) ci si pone di fronte al Bar Ristorante e si va a destra seguendo il sentiero “00” CAI che subito sale ripido all’interno di una stupenda faggeta e che porta in circa trenta minuti al Rifugio La Burraia (m. 1444- ore – 040) .




Poco prima del rifugio, in basso rispetto al sentiero, si trova una sorgente, non sempre attiva, purtroppo. Si prosegue per il monte Falco e, poco dopo, sulla destra si staglia netto, verso la pianura romagnola, il Rifugio CAI Città di Forlì. Con una deviazione di pochi minuti lo si può raggiungere. Si prosegue, in salita e, in breve, si conquista il crinale. E’ un tratto di sentiero a dir poco spettacolare dove la vista spazia dal Mare Adriatico al mare Tirreno. Questo, naturalmente, solo in assenza di nebbia. Si percorre quindi il crinale fino a scendere a Poggio Sodo dei Conti (m. 1560-ore 1.10) dove si trova una postazione militare che si aggira sulla destra e si riguadagna il crinale. Dopo avere superato una struttura di uno skilift si prosegue su largo sentiero che porta percorrere la larga dorsale del Monte Falco fino a giungere al belvedere con balconata (m. 1640 – ore 1.35). Ora la vista spazia sulla catena appenninica ed è facile riconoscere, in lontananza il passo del Muraglione e, sul fondovalle, i paesini di Castagno d’Andrea e S. Godenzo. Lasciato il belvedere si scende a sinistra e, seguendo il largo sentiero all’interno di una splendida faggeta, si giunge alla deviazione per la salita alla cima del Falterona (m. 1583 – ore 1.55). Qui si presentano due possibilità per raggiungere il Lago degli Idoli: salire a destra fino alla croce del Falterona per poi scendere alle Crocicchie, Capo d’Arno e Lago degli Idoli. Oppure proseguire diritto.

Noi abbiamo scelto di salire alla cima (m.1653 – ore 2.05) dalla quale si gode un’ampia vista.

Una ripida discesa porta alle Crocicchie (m. 1417 – ore 2.40). Si prosegue a sinistra su sentiero a mezzacosta. Il silenzio è assoluto, solo i nostri scarponi appoggiandosi sulle foglie provocano un sordo fruscio.


Giunti a Capo d’Arno (m.1379 – ore 3.00) troviamo una lapide con incisi i seguenti versi:

per mezza Toscana si
Spazia
Un fiumicel che nasce in falterona
e cento miglia di corso nol sazia”
(Dante Alighieri Divina Commedia-Purgatorio, canto XIV)




solo quindici minuti per giungere al piccolo e incredibile

Lago degli Idoli (m. 1381 – ore 3.15).

Per vario tempo il suo invaso è rimasto asciutto, ma ora, per fortuna, sono state ripristinate le sue acque; questo rende il luogo davvero coinvolgente.

Per la risalita si segue il sentiero CT4 che transita per Montelleri per poi collegarsi al sentiero “00” (m. 1538) che porta, a ritroso, al
 Monte Falco e, di seguito, al passo della Calla (m. 1296 – ore 5.45).




Questo stupendo luogo lo si può visitare partendo dal Passo della Calla. Raggiungibile da Santa Sofia o Campigna per chi proviene della Romagna, o da Stia per chi proviene dalla Toscana.

Tempo complessivo ore 5.45
Dislivello + 630 – 630
Km. 16,7

martedì 20 marzo 2012

Su e giù per il Torrente Tramazzo





Allegra scende spumeggiante, 
accarezza sassi, 
si nasconde,
 poi riappare, 
si riposa ai laghetti e 
riparte più allegra che mai....