domenica 26 settembre 2010

"Corchia" Val Manubiola

Per raggiungere il luogo: 58 Km da Parma.
In auto, da Parma prendere la Tangenziale sud uscita 12 Via La Spezia, SS 62 direzione sud per Fornovo/Berceto, oppure l'autostrada A15 uscita Berceto, arrivati a Berceto seguire le indicazioni per Roccaprebalza/Corchia.

Da svariati anni vivo la montagna godendo di ogni suo aspetto e forma. Cammino all’interno di boschi, su rocce, lungo i torrenti o ai margini di laghetti. Sempre la natura mi riserva forti emozioni. Così provo tristezza e rabbia quando, in alcuni luoghi, noto l’intervento irrispettoso e senza freni dell’uomo che tutto sfigura e rovina.




Ma c’è stato un tempo in cui l’uomo sapeva trarre sostentamento dalla natura senza stravolgerla, bensì, integrandosi con essa. Sapeva edificare, strutture funzionali e armoniose utilizzando minimi spazi come nel caso del medioevale borgo di Corchia.














Risalente al XII secolo, conserva in perfetto stato il nucleo storico. Costruito tutto in pietra, non vi mancano loggiati, volte e viottoli lastricati che si intersecano fra di loro e guidano all’interno dell’armonioso borgo.





Posto nell’alta Val Manubiola, gli fanno da cornice naturale imponenti ammassi di rocce rossicce e affioramenti ofiolitici (rocce verdi). Il luogo godette di una certa notorietà fin dal XVI sec. per via dell’attività mineraria che vi si svolgeva. Vi veniva estratto soprattutto ferro. Tale attività estrattiva ebbe inizio con i Farnese, influente famiglia del Rinascimento italiano e continuò fino all’inizio della seconda guerra mondiale.




Un percorso ad anello permetterà di conoscere il suggestivo territorio della Val Manubiola, ricco di interessi storici, geologici e naturalistici.


Lasciata l'auto nel piccolo parcheggio vicino al cimitero (m. 643), si attraversa il paese e, tracurando lo stradello che scende a sinistra, si prosegue diritto seguendo i segnavia per le "miniere" (segnavia 833). Piante secolari di castagni accompagnano durante la prima parte del percorso.







Nessun problema per seguire il percorso fino alla miniera, in quanto i bivi sono ben segnalati sia con segnavia verticale su freccia, sia su sassi o su tronchi di alberi.






Il percorso è arricchito da pannelli esplicativi che informano a livello geologico, storico e naturalistico. Sono informazioni preziose che aiutano a conoscere il suolo che si calpesta e l'ambiente circostante.


La miniera si trova sul versante meridionale del Groppo Maggio in una conca dove vi sono radi alberi ad alto fusto. Un ruscelletto, "Torrente Bassi", scorre vicino all'imbocco della miniera. Per la visita è d'obbligo contattare una guida.








Per fare un giro ad anello: dalla miniera si ritorna sui propri passi per circa cento metri, poi si svolta a destra su sentiero 833. Dopo una breve discesa, si attraversa il rio e, su ripida salita, si giunge alla località Cala' (m. 1078). Luogo in cui transitano i sentieri n. 837 per Passo della Cisa e Passo del Bratello e 833 per Corchia e per il "Santuario S. Bernardo"



Da questo punto, per giungere al Santuario, ci sono due possibilità: 1°,seguire a destra la carraia più larga (segnavia 833 A) che  si inoltra nel bosco, scende nella caratteristica zona ofiolitica e si immette nella strada ghiaiata che proviene dal Santuario. Si va a sinistra. Dopo avere percorso alcuni tornanti, in media salita, si giunge all'innesto del sentiero n. 837 che scende dal Groppo della Donna. Si prosegue su strada e, in breve tempo, si raggiugne il Santuario

2° possibilità, seguire il sentiero n. 837. Esso, dopo un breve tratto in mezzo al bosco, si innalza e la vista è davvero di grande respiro. Si raggiunge la cima del Monte Binaghe (m. 1115) e si percorrono le rocce ofiolitiche del Groppo della Donna (m. 1051). Interessante e suggestivo percorso. Si scende poi alla strada, nonchè sentiero 833, che porta al monastero.




Da questo punto il Monastero si raggiunge in una decina di minuti.











Posto in un ampio pianoro












gli fanno da cornice secolari castagni.






L'ambiente dona serenità e pace.






Per il ritorno si ripercorre il sentiero n. 833 e, quando questo entra nel bosco, lo si trascura per proseguire diritto, purtroppo, su strada asfaltata fino a Corchia.
Dislivello m. 515 se si percorrono i sentieri nn. 833+837
Dislivello m. 430 se si segue sempre il sentiero n.833

sabato 4 settembre 2010

"Cava del Monticino" Brisighella.

Breve itinerario carsico e storico al "Parco Museo Geologico di Cava Monticino". 
A dodici km. da Faenza si trova Brisighella la più conosciuta via d'accesso alla Vena del Gesso romagnola. Facilmente raggiungibile percorrendo la statale 302 Ravenna - Faenza - Brisighella.  Il gesso, come sappiamo, non è altro che un sale come quello da cucina, ma mentre il sale da cucina è cloruro di sodio, il gesso è solfato di calcio e precipita prima del cloruro di sodio. Così quando circa 6,5 miglioni di anni fa il meditterraneo iniziò a prosciugarsi, causa la temporanea chiusura del Meditterraneo, con l'Attlantico, in fondo al mare iniziò a depositarsi il solfato di calcio "gesso". Con l'emersione degli appennini e la successiva erosione, provocata dagli agenti atmosferici, sono venuti alla luce quei fantastici "strati di gesso" che ora noi possiamo ammirare. Capisco che questa sia  una spiegazione semplicistica e decisamente incompleta, quindi per saperne di più consiglio di visitare il seguente sito: http://www.venadelgesso.org/geologia/geologia.htm.
Giunti a Brisighella si prosegue sulla statale, si oltrepassa la città e, dopo avere superato la stazione ferroviaria, alla grande curva, a sinistra si abbandona la statale per proseguire diritto.









Dopo alcuni tornanti, in corrispondenza proprio di una curva a destra, si imbocca lo stradello di sinistra. Occhio perchè rimane in posizione con poca visibilità. Ben visibili, ad ogni modo, sono i segnanvia che indicano il Santuario del Monticino ed il sentiero CAI n. 511. Quest'ultimo percorre la Cava e prosegue per il Rifugio Ca' Carnè. Si imbocca quindi la stretta stradina, ex mulattiera, ora purtroppo asfaltata, che sale ripida.



                                       

Percorsi circa cento metri ci si trova davanti ad un divieto di passaggio, si va a destra. Qui si trova un piccolo parcheggio da usufruire sia per per la visita al Santuario, sia per il Parco Museo Geologico Cava Monticino.  
Percorso: Ci si porta alla fine del piccolo  parcheggio dove sono stati posti due grossi massi di gesso uniti da una catena, alla sinistra di essi, su di un pannello, è riportata la carta dei  percorsi didattici ed altre notizie legate al Parco. Nel seguente "sito" troverete tutte  le informazioni. http://www.venadelgesso.org/ 







Da questo punto ognuno può scegliere il percorso che ritiene più interessante.
Io consiglio vivamente il seguente:  si va  a sinistra e, in leggera discesa, si entra nel cuore della Cava. 









Vari pannelli esplicativi illustrano e informano sull'origine, la sedimentazione e formazione Gessoso-Solfifera, nonchè sulla storia e sulla rara flora creata dal particolare micro habitat della zona.








Pannelli numerati, guidano lungo il percorso. Chi è davvero interessato all'argomento trova, qui, la risposta a tante domande che, solo in presenza di un Geologo e di uno Storico, potrebbe ottenere.








Alcuni pannelli sono stati posti difronte a punti strategiti a livello geologico, come in questo caso che basta alzare gli occhi e si ha la visione di quello che si legge .








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Si percorre quindi il letto della Cava. Si consiglia di calzare scarponcelli alti alla caviglia; il substrato argilloso, soprattutto in presenza di terreno bagnato, può risultare scivoloso.








Spettacolare ed anche un pò inquietante "abitante" della cava.
(Mantis religiosa Linnaeus)
Il percorso prosegue volgendo a sinistra. Dopo avere superato una zona pianeggiante si giunge ad uno stradello dove si trova una freccia con segnavia CAI n 511 - Rifugio  Ca' Carnè.



Si va a destra e, superata una sbarra, si prosegue in
leggera salita, fino a giungere ad un nuovo segnavia
che invita ad andare a destra.



Il sentiero sale ripido e, in breve, porta ad un nuovo bivio.









"Una fantastica opera d'arte illuminata da un raggio di sole".









Si va a destra e, poco dopo si giunge ad un ampio prato.










Da questo punto, andando a destra, su sentiero CAI n.511 si chiude l'anello. Il tracciato sovrasta la cava regalando un'ampia vista sulla zona carsica circostante.
Se si prosegue a sinistra, sempre su sentiero Cai n. 511, si può raggiungere sia il Rifugio Ca' Carné, sia il Monte di Rontana. Ai piedi della grande croce sono in opera scavi archeologici.



Noi abbiamo scelto di proseguire a sinistra. Si percorre un bel vialetto pianeggiante che porta a Ca' il Borgo Rontana, bella casa ristrutturata, che rimane a ridosso della strada asfaltata, Via Rontana.









Ci si immette, quindi nella strada asfaltata e si va, a destra, seguendo le indicazioni CAI. Si giunge così ad un nuovo bivio dove è posta










una simpatica capannina con sul tetto dei "Sempervivum Tectorum"  ed altre piante.








Si prosegue a destra. Lungo la strada si trovano alcune sculture ricavate su blocchi di gesso. Scultore "Sergio Capirossi".
Si giunge così alla bacheca del Parco Naturale Carnè. (Fin quì ci si può arrivare anche in auto percorrendo la statale che da Brisighella porta a Riolo Terme, abbandonandola poco dopo il ristorante "Il Manicomio" per salire a sinistra su Via Rontana, poi a destra alla curva con "capannina dei semprevivi"). Poco più avanti si trovano i segnavia per salire al Monte di Rontana.














I segnavia non mancano e il percorso su stretto sentiero dentro al bosco è davvero piacevole.


Per un tratto sale leggermente, poi si inerpica su roccette e porta ad un dosso con bellavista











sulla grande croce del Monte Rontana. Da questo punto, in pochi minuti si raggiunge la croce.
Su questo Monte, dove un tempo esisteva un Castello, stanno eseguendo scavi archeologici.










Ritornati sui propri passi giunti alla strada, siamo andate a sinistra. Altre statue ricavate da blocchi di gesso. Scultore "Michele Tucci".










In breve si giunge al Rifugio Ca' Carnè.
Carnè è un'area di proprietà pubblica di estremo interesse paesaggistico e naturalistico nei Gessi di Rontana e Castelnuovo.

E' stato istituito nel 1973 dalla Provincia di Ravenna e dai Comuni di Brisighella e di Faenza, che lo amministrano attraverso un Comitato di gestione.Attualmente la superficie del Parco è di 43 ettari (i 26 originari ai quali vanno aggiunti 17 ettari in "comodato") (Estrastto da: Centro visite "Rifugio Carnè" Brisighella).



Per il ritorno si ripercorre lo stesso sentiero dell'andata fino al grande prato, si trascura la traccia che scende a destra e porta dentro la cava, per andare diritto su ben evidente traccia in mezzo al prato, seguendo le indicazioni CAI n. 511. Il tracciato prosegue sopra la cava. Spettacolare vista ad ampio respiro sui calanchi e sulla pianura fino al mare.





Il tracciato scende fra arbusti fino a sfiorare la strada asfaltata, poi volge decisamente a destra











e con una ripida discesa e bella vista sul Santuario del Monticino, riporta al piccolo parcheggio del punto di partenza.









Dislivello m. 250 circa.
Tempo di percorrenza, 2 ore circa, senza le soste.