Lago degli Idoli
Interrogativo che esiste dalla notte dei tempi. Il mistero che riguarda l’origine della nostra esistenza ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro ed ancor oggi chi sostiene di non credere a niente e nessuno, si ritrova poi, nei momenti difficili, ad invocare qualcuno; qualcuno che per noi oggi può essere Dio, ma che per le popolazioni antiche era sicuramente una divinità, il più delle volte rappresentata da una statuetta. Così nascono gli Idoli, oggetto di culto, da adorare, o da donare in cambio di un favore ottenuto o richiesto.
Quel piccolissimo lago pensile che si trova dove meno te lo aspetti; non in un fondovalle, ma nel pendio, proprio nel punto in cui, discendendo dalla cima, la pendenza si accentua. Fa pensare ad un’urna, un nido di rondine e, come se non bastasse, il livello dell’acqua si manteneva costate, con la risorsa si rinnovava continuamente rimpiazzando magicamente ogni prelievo, lo faceva ritenere sacro.
Oggi sappiamo che l’acqua vi affluiva dal basso e dall’interno della montagna, accumulandosi nell'invaso stagno finché la pressione idrostatica non raggiungeva l’equilibrio. Ma tremila anni fa questo fenomeno poteva avvenire solo per potere divino. E' così che, come in tanti altri luoghi, nell’antichità nasce il culto dell’acqua. I bronzetti del Lago degli Idoli, ritrovati nel 1838, vengono riconosciuti come offerte votive appartenenti ad una produzione databile in epoca etrusca-romana, fra il VI e IV secolo a. C..
Il percorsoPoco prima del rifugio, in basso rispetto al sentiero, si trova
Una ripida discesa porta alle Crocicchie (m. 1417 – ore 2.40). Si prosegue a sinistra su sentiero a mezzacosta. Il silenzio è assoluto, solo i nostri scarponi appoggiandosi sulle foglie provocano un sordo fruscio.
Spazia
Un fiumicel che nasce in falterona
e cento miglia di corso nol sazia”
(Dante Alighieri Divina Commedia-Purgatorio, canto XIV)
solo quindici minuti per giungere al piccolo e incredibile
Per vario tempo il suo invaso è rimasto asciutto, ma ora, per fortuna, sono state ripristinate le sue acque; questo rende il luogo davvero coinvolgente.
Per la risalita si segue il sentiero CT4 che transita per Montelleri per poi collegarsi al sentiero “00” (m. 1538) che porta, a ritroso, al
Monte Falco e, di seguito, al passo della Calla (m. 1296 – ore 5.45).
Questo stupendo luogo lo si può visitare partendo dal Passo della Calla. Raggiungibile da Santa Sofia o Campigna per chi proviene della Romagna, o da Stia per chi proviene dalla Toscana.
Tempo complessivo ore 5.45
Dislivello + 630 – 630
Km. 16,7
Tempo complessivo ore 5.45
Dislivello + 630 – 630
Km. 16,7