Brento Sanico. Valle del SanternoSiamo ancora una volta in questa valle “martoriata” a ricalcare i sentieri dei nostri nonni. Brento Sanico, che da vari decenni è stato abbandonato, ora veramente non ce la fa più. Case con tetti che crollano, pareti si apron, i rovi pietosamente stanno ricoprendo tutto, tutto quello che era stato costruito con amore, fatica e maestria usando i materiali locali, arenaria per gli edifici e legno per costruire i pochi mobili. Eppure qui, dove ormai c’è solo silenzio, è ancora palpabile nell’aria la dignità di un paesino dove la gente ha vissuto sì di duro lavoro, ma anche di serenità e condivisione. Chi si sofferma un attimo a pensare vede tutto questo a Brento Sanico, ma è un sogno che dura poco, la realtà è solo tristezza. Quando si entra poi nella “grande” chiesa, grande naturalmente per un paese così piccolo e si alzano gli occhi per osservare la cupola è impossibile non stupirsi nel notare quel bellissimo affresco di colore azzurro che ancora è lì, intatto. Allora domandiamo… perché non si cerca di recuperare questo piccolo e unico gioiello, patrimonio culturale irripetibile che può dare tanto a tutti? La domanda, come sempre, rimane senza risposta!
L’escursione.Si parte da dietro la Canonica di S. Pellegrino imboccando la mulattiera che sale ripida sfiorando una torre colombaia. Poco più avanti si lascia la traccia più grande per deviare a destra. Si conquista così il crinale dove si trova una croce in legno, forse posta di recente. Si passa fra pascoli e campi incolti fino a giungere a Ca’ del Monte. Qui il tetto è ancora intatto ma non resisterà ancora per molto. Poco dopo si incontra una grande Maestà al cui interno, purtroppo, non c’è più la statua della madonnina, prima posta in una piccola nicchia. Ancora pochi minuti e si giunge a Brento Sanico. Dal paese si prosegue su sterrata, sempre in salita, fino a giungere ad un cancello in ferro. Non lo si supera ma si sale a destra su di una lastra in arenaria che termina proprio sul ciglio di un baratro. Tenendosi a sinistra della suddetta lastra si trova una evidente traccia che viaggia a mezzacosta, alla testa della valle del Rio Brentana. Dopo un tratto in salita e quando si intravede il crinale, si prende la traccia che va a destra, in leggera discesa per un breve tratto. Poi anch’essa inizia a salire e si porta sotto il crinale fino a giungere ad un bivio con segnavia su frecce. I segnavia sugli alberi sono bianchi e blu. (Andando diritto si valica il crinale e, transitando per La Vigna, si giunge a Ca’ Maggiore, nella Valle del Diaterna). Si va a destra. E’ un tratto di sentiero che lascia il tempo di godere del panorama, anche se, purtroppo, l’occhio cade sulla deturpante cava che sta facendo scomparire Monte Coloreta. Giunti ad un ulteriore bivio, anche se la traccia più evidente invita ad andare a sinistra, si prosegue diritto e, fatti pochi metri, si svolta di netto a destra buttandosi in discesa dentro al bosco, dove si ritrovano i segnavia bianchi e blu. Si finisce così in una disastrata mulattiera, via di comunicazione delle case sparse di questa zona. Poco dopo si giunge ad una grande sorgente. I segnavia portano a destra. Andando diritto si sale ad una grande casa senza nome sulla carta. Si va quindi a destra. Il sentiero prosegue in discesa e si immette nella mulattiera, a pochi metri da Brento Sanico, mulattiera che si era percorsa al mattino. Di qui, per il ritorno all’auto, si ripercorre la stessa strada dell’andata.
L’escursione.Si parte da dietro la Canonica di S. Pellegrino imboccando la mulattiera che sale ripida sfiorando una torre colombaia. Poco più avanti si lascia la traccia più grande per deviare a destra. Si conquista così il crinale dove si trova una croce in legno, forse posta di recente. Si passa fra pascoli e campi incolti fino a giungere a Ca’ del Monte. Qui il tetto è ancora intatto ma non resisterà ancora per molto. Poco dopo si incontra una grande Maestà al cui interno, purtroppo, non c’è più la statua della madonnina, prima posta in una piccola nicchia. Ancora pochi minuti e si giunge a Brento Sanico. Dal paese si prosegue su sterrata, sempre in salita, fino a giungere ad un cancello in ferro. Non lo si supera ma si sale a destra su di una lastra in arenaria che termina proprio sul ciglio di un baratro. Tenendosi a sinistra della suddetta lastra si trova una evidente traccia che viaggia a mezzacosta, alla testa della valle del Rio Brentana. Dopo un tratto in salita e quando si intravede il crinale, si prende la traccia che va a destra, in leggera discesa per un breve tratto. Poi anch’essa inizia a salire e si porta sotto il crinale fino a giungere ad un bivio con segnavia su frecce. I segnavia sugli alberi sono bianchi e blu. (Andando diritto si valica il crinale e, transitando per La Vigna, si giunge a Ca’ Maggiore, nella Valle del Diaterna). Si va a destra. E’ un tratto di sentiero che lascia il tempo di godere del panorama, anche se, purtroppo, l’occhio cade sulla deturpante cava che sta facendo scomparire Monte Coloreta. Giunti ad un ulteriore bivio, anche se la traccia più evidente invita ad andare a sinistra, si prosegue diritto e, fatti pochi metri, si svolta di netto a destra buttandosi in discesa dentro al bosco, dove si ritrovano i segnavia bianchi e blu. Si finisce così in una disastrata mulattiera, via di comunicazione delle case sparse di questa zona. Poco dopo si giunge ad una grande sorgente. I segnavia portano a destra. Andando diritto si sale ad una grande casa senza nome sulla carta. Si va quindi a destra. Il sentiero prosegue in discesa e si immette nella mulattiera, a pochi metri da Brento Sanico, mulattiera che si era percorsa al mattino. Di qui, per il ritorno all’auto, si ripercorre la stessa strada dell’andata.
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