martedì 20 dicembre 2016
lunedì 10 ottobre 2016
BRENTO SANICO "UN BORGO CHE MUORE"
La cupola della chiesa
Ancora una volta sono tornata in questa valle
“martoriata”a ricalcare i sentieri dei nostri nonni. Una grande cava di arenaria ha sfigurato il lato più imponente del monte Coloreta, lo stanno letteralmente tagliando a fette, dalla sua immensa ferita cadono detriti fino a valle. Brento Sanico, che da
vari decenni è stato abbandonato, ora veramente non ce la fa più. Case con
tetti che crollano, pareti si aprono i rovi pietosamente stanno ricoprendo
tutto, tutto quello che era stato costruito con amore, fatica e maestria usando
i materiali locali, arenaria per gli edifici e legno per costruire i pochi
mobili. Eppure qui, dove ormai c’è solo silenzio, è ancora palpabile nell’aria
la dignità di un paesino dove la gente ha vissuto sì di duro lavoro, ma anche
di serenità e condivisione. Chi si sofferma un attimo a pensare vede tutto
questo a Brento Sanico, ma è un sogno che dura poco, la realtà è solo tristezza.
Quando si entra poi nella “grande” chiesa, grande naturalmente per un paese
così piccolo e si alzano gli occhi per osservare la cupola è impossibile non
stupirsi nel notare quel bellissimo affresco di colore azzurro che ancora è lì,
intatto. Allora domando…? perché non si cerca di recuperare questo piccolo e
unico gioiello, patrimonio culturale irripetibile che può dare tanto a tutti?
La domanda, come sempre, rimarrà senza risposta!
L’escursione.
Si parte da dietro la Canonica di S. Pellegrino, dedicata ai SS. Domenico e Giustino imboccando la mulattiera che sale ripida
sfiorando una torre colombaia. sentiero 063
Poco più avanti si lascia la traccia più grande per deviare a
destra. Su questo tratto, pianeggiante si trova
questo particolare "omino impilato"
Si conquista così il crinale dove si trova una croce in legno.
Si parte da dietro la Canonica di S. Pellegrino, dedicata ai SS. Domenico e Giustino imboccando la mulattiera che sale ripida
sfiorando una torre colombaia. sentiero 063
questo particolare "omino impilato"
Si conquista così il crinale dove si trova una croce in legno.
Dell'antica mulattiera che collegava S. Pellegrino a Brento Sanico rimangono miseri tratti ma la traccia, anche se si restringe, all'avvicinarsi al borgo, è sempre ben evidente.
Si passa fra pascoli e campi incolti fino a giungere a Ca’ del Monte.
il comignolo ancora resiste, sostenuto dalle vitalbe ma presto crolla tutto il tetto, lo si vede una volta superata la casa quando il sentiero si innalza,
Si passa fra pascoli e campi incolti fino a giungere a Ca’ del Monte.
il comignolo ancora resiste, sostenuto dalle vitalbe ma presto crolla tutto il tetto, lo si vede una volta superata la casa quando il sentiero si innalza,
Poco dopo si incontra una grande Maestà al cui interno, purtroppo, non c’è più la statua della madonnina, allora posta nella piccola nicchia.
Ancora pochi minuti e si giunge a Brento Sanico.
qui assale, prima la rabbia, poi la tristezza!!
Difficilmente si passa.. per andare in fondo al Borgo dove c'è la chiesa bisogna farsi strada fra rovi, vitalbe, sambuchi, in alcuni punti bisogna abbassarsi per poter proseguire. davanti alla chiesa, ci sono pochi metri liberi da rovi, ma non sufficienti da potersi allontanare per poter fare una foto a tutta la facciata della chiesa.
Chiesa dedicata a S. Biagio, nonostante tutto, i colori ancora tengono!! occhio perchè cadono pietre.
Quello che rimane...fa male!!!
Finita la visita e usciti dalla macchia si va a sinistra su stretto sentiero delimitato da rovi,
poco dopo si allarga e si procede in salita, giunti a questo punto, sulla sinistra c'è una sterrata, ma noi dobbiamo proseguire..
e si trova una traccia sotto quel cespuglio. (Io sabato mi sono fermata qui causa pioggia quindi sono tornata indietro). Le informazioni che vi darò da questo punto sono quelle descritte 18 anni fa, per ciò non c'è la certezza che la traccia sia ancora percorribile. (E' tutto da verificare!!!)
La traccia viaggia a mezzacosta, alla testa della valle. Dopo un tratto in salita e quando si intravede il crinale, si prende la traccia che va a
I segnavia sugli alberi sono bianchi e blu. (Andando diritto si valica il crinale e, transitando per La Vigna, si giunge a Ca’ Maggiore, nella Valle del Diaterna).
Noi andiamo a destra.
(questa è una foto del precedente giro scansionata)
E’ un tratto di sentiero ad ampia vista
anche se, purtroppo, l’occhio cade sulla deturpante cava che sta facendo scomparire Monte Coloreta.
Giunti ad un ulteriore bivio, anche se la traccia più evidente invita ad andare a sinistra, si prosegue diritto e, fatti pochi metri, si svolta di netto a destra buttandosi in discesa dentro al bosco, dove si ritrovano i segnavia bianchi e blu. Si finisce così in una disastrata mulattiera, via di comunicazione delle case sparse di questa zona. Poco dopo si giunge ad una grande sorgente. (non segnalata sulla carta) I segnavia portano a destra.
Andando diritto si sale ad una grande casa, senza nome sulla carta. Ho solo questa foto
Si va quindi a destra. Il sentiero prosegue in discesa e si immette nella mulattiera, a pochi metri da Brento Sanico, mulattiera che si era percorsa al mattino. Di qui, per il ritorno all’auto, si ripercorre la stessa strada dell’andata.
(Quindi..studiando bene la nuova cartina Alta Valle del Santerno Monti Editore) il giro ad anello riguarda solo la testata della valle. Ma varrà sicuramente la pena di ripercorrerlo anche perche questo ultimo tratto non me lo ricordo e non ho neanche foto.
Tempo di percorrenza: ore 4,30 circa + le soste
Dislivello: m. 450 circa
Difficoltà: facile
Anna
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Brento Sanico,
S. Pellegrino,
Valle del Santerno
domenica 4 settembre 2016
SEI CHILOMETRI LUNGO IL "PARCO NATURALE DEL FIUME SAVIO"
Interessante sentiero, piacevole, da percorrere in queste torride giornate!
dal Ponte Vecchio di Cesena (ponte a schiena d'asino) si imbocca la Via Roversano che transita sulla destra idrografica del fiume. Alla prima curva secca, all'altezza del ristorante "I Maceri",
sulla destra, è possibile parcheggiare. Proprio lì inizia il sentiero.
Il parco naturale del Fiume savio è nato nel 1993 con lo scopo di creare un'area di riequilibrio ecologico lungo i 6 km di bacino fluviale tra Mulino Cento e il Ponte Vecchio. Lo scopo del parco è quello di salvaguardare la vitale funzione di corridoio ecologico che il Savio ancora esercita a favore dell'area cesenate.
Il percorso:
dal Ponte Vecchio di Cesena (ponte a schiena d'asino) si imbocca la Via Roversano che transita sulla destra idrografica del fiume. Alla prima curva secca, all'altezza del ristorante "I Maceri",
sulla destra, è possibile parcheggiare. Proprio lì inizia il sentiero.
è una larga carraia che conduce al ponte di ferro e che permette di oltrepassare il fiume.
lo si percorre ed anche se, a mio avviso, sarebbe stato molto più bello da vedere se fosse stato fatto in legno,
è piacevole perchè si ha la possibilità di vedere il fiume in tutta la sua bellezza, anche se in questo periodo è scarso di acque.
un anticipo di autunno
il largo sentiero è delimitato, a sinistra, dalla vegetazione del fiume e, alla destra, da impianti di frutti, peschi, cachi. albicocchi
miele a km. 0
La macchia è composta principalmente da Salici, Pioppi e, il sottobosco, ospita l'airone cenerino, la garzetta, il picchio, la poiana e il martin pescatore.
il percorso segue l'argine del fiume
lungo il percorso
solo soletto
sembra un'orchidea ma non lo è..non ho ancora trovato il nome. Si giunge poi ad una stradina ghiaiata che porta sulla Via Roversano poco prima di Molino Cento. Si fanno circa cento metri di asfalto verso Cesena, poi si scende al fiume.
Di qui inizia il ritorno su di un imboscato e fresco sentiero a ridosso dell'acqua sulla destra idrografica.
questa è l'uscita dell'acqua della Centrale Brenzaglia, entrata in funzione nel 1924, per produrre energia elettrica sfruttando la caduta dell'acqua del canale dei Molini.
Questa scaletta scende vicino all'acqua
su questo lato ci sono tratti da percorrere con prudenza, in caso di fondo bagnato.
riflesso
verso Cesena
davvero molto bello!!
anna
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