Il sempre crescente bisogno di stare a contatto con
la natura ci ha portato alla ricerca sia di spazi aperti dove la vista non si
ferma, ma anche di ombrose valli e intricati boschi. Questi ultimi erano i più
amati da Roberto. Lo studio di un percorso non segnato, di una mulattiera ormai
scomparsa che un tempo collegava case e borghi, la ricerca dei toponimi, delle
sorgenti e delle Maestà, assorbivano tutta la sua attenzione. Tutte queste
strutture lo portavano mentalmente a rivivere un’epoca ormai passata che non
accettava di dover lasciare andar via. Egli soffriva alla vista di una casa
ridotta a rudere e, incurante del pericolo, la avvicinava e, regolarmente, le
dedicava una visita accurata fotografando tutto quello che ancora rimaneva in
piedi. Non gli sfuggiva nulla: un fregio, un arco, una data, una finestra
aperta sul cielo, un campanile a vela sostenuto solo da un groviglio di edera.
Si portava a casa queste immagini e, con ostinazione, ne ricercava il toponimo
ed era felice quando riusciva a scoprire il nome dell’ultimo abitante, quasi a
sperare che questo potesse rallentare il lento ma inevitabile avanzare della
pietosa natura che tutto copre facendolo sparire per sempre. E’ stato
l’interesse per questi luoghi abbandonati che ci ha portato su percorsi non
molto frequentati, spesso non segnati o di difficile individuazione sulle
carte. Ma Roberto ormai si era dotato di una buona attrezzatura tecnologica ed
era diventato esperto nell’usarla, al punto
che, per Lui, il territorio non aveva più segreti. E’ stato il
girovagare per queste valli che ha fatto nascere, a Roberto, l’idea di unire i
vari tratti percorsi per far sì che divenissero un unico sentiero. Mi chiedeva
spesso cosa ne pensavo, perché chiaramente c’era tanto lavoro per entrambi, ma
memori della bella esperienza passata per la ricerca del sentiero “00”, non ho
avuto alcun dubbio e l’ho incoraggiato ad andare avanti. Si è messo al lavoro
per creare un’unica traccia. Non è stato semplice ma alla fine il risultato è
venuto alla luce. Così siamo partiti, Lui armato di gps, carte e buona macchina
fotografica, io con registratore e una piccola compatta. Abbiamo percorso il
sentiero passo a passo descrivendone minuziosamente tutti i passaggi. Una
volta, però, che il lavoro era arrivato a buon punto, il male è sopraggiunto
improvviso e feroce.
Smarrimento, angoscia e dolore, mi hanno bloccata
per mesi, ma poi quando sono riuscita di nuovo a ragionare ho pensato che non
potevo mollare. Roberto meritava che portassi a termine questo lavoro a cui
aveva dedicato tanto tempo e tanta passione. Così, con tutti i miei appunti ,mi
sono precipitata dall’Editore Raffaele Monti, già al corrente del lavoro che
avevamo iniziato. Non ero sicura che avrebbe accettato di portare a termine la
nostra guida. Devo dire, invece,che con squisita gentilezza non solo ha
accettato la mia richiesta, ma mi ha assistita ed aiutata a comporre tutti i
pezzi. Grazie Raffaele!! Così è nata questa guida che ho voluto dedicare a
Roberto. Una guida che, come per il sentiero 00, ha ottenuto il “plauso” del Vicepresidente del CAI Nazionale Paolo
Borciani, che ringrazio di cuore.
Trovatevi 48 minuti, mettevi comodi e godetevi il percorso. Vi assicuro che ne vale la pena!!
che figata... mi ricorda la zona intorno ai www.quality-hotels.it un gruppo di alberghi in alto adige... dove si trova di preciso?
RispondiEliminao magari é san Leonardo in passiria vicino al www.stroblhof.com?
RispondiEliminaViaggia nella Romagna -Toscana - precisamente dalla Valle del Sillaro - alla Sorgente del Tevere, sul Monte Fumaiolo, toccando quei paesi che vedi nelle etichette.
RispondiEliminaThanks for writing thhis
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