venerdì 26 marzo 2010

tracimazione della Diga di Ridracoli del 21 marzo 2010

Causa la grande frana avvenuta nelle vicinanze di Corniolo che ha ostruito il regolare defluire delle acque del Bidente di Corniolo, onde evitare il formarsi di un preoccupante grande lago, le sue acque sono state deviate verso la di Diga di Ridracoli. Queste abbondanti acque hanno provocato la tracimazione

lunedì 22 marzo 2010

Giro ad anello nella rustica e coinvolgente Valle del Bidente di Pietrapazza

Pietrapazza e le sue case



Si sa che l'alto Bidente fu luogo di incontro di culture Umbre, Celtiche ed Etrusche ed anche che la valle di pietrapazza a ridosso del Valico dei Mandrioli certamente era una delle porte di accesso per il centro ed il Nord Italia.










A Pietrapazza si trova la Chiesa dedicata a S. Eufemia alle Graticce detta di "Pietrapazza". Essa si trova nel comune di Bagno di Romagna ad una altitudine di 616 m, circondata da alte pareti di marna e arenaria; da queste rocce forse deriva il suo toponimo. Nonostante il luogo usolato e, certamente non comodo da raggiungere, un tempo non molto lantano questa era una valle con un notevole numero di case sparse, la cui popolazione si è mantenuta fino agli inizi del 1900 ed alcune di esse, sono state abitate fino agli anni '60.




Il Percorso
Con alle spalle la storica chiesa di Pietrapazza (m.616) si prosegue su stradina, si oltrepasa

Ponticello sul Rio d'Olmo e si segue il sentiero segnato CAI n. 205 che porta all'Eremo Nuovo. Si calpesta l'antica mulattiera di cui sono rimasti dei tratti ben conservati. Al primo bivio si trascurano le indicazioni per l'Eremo nuovo per seguire quelle per Monte Carpano. Si prosegue su traccia in salita con alcune belle aperture verso Ca' Siepe dell'Orso.



Alla Maesta della Casaccia ci guardiamo attorno per cercare la casa, ma troviamo solo un mucchio di sassi ricoperti di rovi.












Poco dopo si giunge alla strada che proviene da Pietrapazza, si va a destra ed, in breve si giunge a Ca' Rio D'Olmo. Questa casa è stata abbandonata nei primi anni del secolo ed ora è ridotta a rudere.


Si prosegue su sterrata. Alcuni tornanti conducono in breve al passo di Monte Carpano (m.1012). Questo luogo è arricchito da un pilastro posto da Val di Bagno Trek e c'è incisa una frase che recita così "Da qui messere, si domina la valle ciò che si vede è! Ma se l'imago è scarna scendiamo a rimirarla da più in basso" . Si prosegue salendo alle spalle del Cippo su sentiero n. 201 per Monte Carpano. Lungo la salita si trova un cartello con la scritta, Osteria di Monte Carpano, ma dell'Osteria non rimane traccia.












Inalzandoci si giunge ad un belvedere. All'orizzonte si possono ammirare Monte Fumaiolo e Monte Comero. Ora si scende alla sterrata che è da seguire a sinistra fino a












Colla dei Ripiani. Non ci sono tabelle. Si riconosce il luogo tenendo presente che: si giunge ad uno slargo dove si trova una panchina, la strada curva leggermente a destra e difronte si innalza Monte Castelluccio. Occhio quindi al piccolo "omino impilato" posto sulla sinstra alla fine dello slargo ed ad una freccia disegnata su di un sasso che invita ad andare a sinistra. Solo da questo punto si vedono i segnavia, in basso, posti su di un tronco di un albero. Da ora in poi il percorso si sviluppa tutto in discesa.








Poco dopo si giunge ad un bivio con freccia che indica, a destra, Ca' Ripiani o Ripiano (m. 880). Gli ultimi abitanti se ne sono andati il 13/04/55. Dopo la visita si ritorna sui propri passi e, subito dopo avere superato la piccola freccia si svolta decisamente a destra.











Una ripida discesa su lastre di arenaria, prudenza in caso di presenza di ghiaccio, conduce ad uno stradello e, di seguito,

Ca' Lastricheto (m. 734). Questa casa è stata abbandonata nell'immediato dopoguerra. Si prosegue ed in breve si giunge a












Ca' Il Podere (m. 703). Anche questo podere è stato abbandonato subito dopo la Seconda Guerra.














L'ultima casa che tocchiamo è Felcitino (m. 592), anch'essa, sebbene non sia lontanissima dalla strada sterrata è stata abbandonata negli anni '40.









Ora si scende alla sterrata.
Poco prima, se per caso è caduta abbondande acqua, oppure se c'è neve che si scioglie si può godere della vista di una bella e rumorosa cascata che precipita sulle rocce del Fosso del Lastricheto. Giunti alla sterrata si va a sinistra ed in breve si giunge alla chiesa di Pietrapazza.














Ore 3,45 + le soste

Dislivello m. 423

sabato 6 marzo 2010

VACANZA SULL'ALTOPIANO DI LAVARONE

DAL 17 AL 21 FEBBRAIO 2010
Non esiste un vero e proprio paese chiamato Lavarone bensì 19 piccole frazioni fra cui: Albertini, Azzolini, Bertoldi, Cappella, Chiesa, Gasperi, Gioghi, Stengheli.... Centri sportivi attrezzati, impianti da sci, e campi scuola, attirano nella zona non solo escursionisti bensì famiglie intere. L'estate a lavarone è ideale per fare trekking e il laghetto infonde serenità e pace ben lo sapeva Sigmund Freud che quì amava andare a passeggio durante le sue vacanze.

Stengheli, dove noi alloggiavamo, è un luogo ideale come punto di partenza per passeggiate, escursioni e visite ai vari Forti Austroungarici.

Nelle vicinanze si trova Il Forte Belvedere Gschwent, dove ha sede il museo della prima guerra mondiale nelle Alpi. Il forte austro-ungarico, costruito per sorvegliare il confine sopra la Val D'Astico, è una delle più importanti testimonianze della linea del fronte della Grande Guerra.


Sulla sommità di Monte Rust venne allestita una stazione di collegamento ottico con vari proiettori elettrici per entrare in comunicazione con gli altri forti. Monte Rust si trova nei pressi di Lavarone Chiesa e rimane circa a metà della line fortificata.



A Slaghenaufi si trova il cimitero che accoglie i resti di750 austro-ungarici caduti sul vesante orientale del fronte degli altipiani tra il 1916 ed il 1918 Suddiviso su gradoni, è l'unico che espone le croci dei caduti con i rispettivi nomi. Alle sue spalle, il massiccio calcareo del Becco di Filadonna.




Il nome Becco di Filadonna deriva da due caratteristiche torri calcaree, una è la "madonnina" torre rocciosa alta 50 metri, chiaramente visibile da Trento. Secondo una leggenda, le due cime sono due giganti pietrificati e, ad occhio nudo, fanno pensare ad una donna che fila





Spostandosi verso Vezzena si può raggiungere Forte di Busa Verle.Costruito tra il 1907 e il 1914 sorge quasi al confine tra le provincie di Trento e Vicenza. pesantemente bombardato nei primi mesi di guerra, dalmaggio 1916, con l'inizio della Strafexpedition (spedizione punitiva) e lo spostamento più a sud-est del fronte, divenne sede di alloggiamenti e punto ottico di collegamento. Fu smaltellato negli anni '30 e venduto al Comune di Levico, insieme al Forte del Pizzo, per £ 2.600 il 28.12.1930.



Il percorso per giungere a Baita Belem si svolge all'interno di una rigogliosa abetaia e la baita è davvero un piccolo gioiello. Si consoglia vivamente, ad ogni modo, di proseguire per il belvedere.




Mai nome fu più appropriato; la vista spazia dai sottostanti laghi di Caldonazzo e di levico e, all'orrizonte si distinguono benissimo le cime del Gruppo del Brenta e dei monti: Adamello,Ortles e Latemar. Un vero spettacolo!!








I cenni storici sono stati tratti da
http://www.laviadelbrenta.it/