Val di Zena e Monte delle Formiche
"Di pensier in pensier, di monte in montemi guida Amor; ch'ogni segnato calleprovo contrario a la tranquilla vita" (Petrarca)
Se l'"errar" del Petrarca, per monti e per valli, era dettato dalla speranza di incontrare la sua amata, il nostro errare è dettato dalla sete di contatto con la natura, natura che, anche noi come il Petrarca, prediligiamo sotto l'aspetto di "selve aspre", lontane dal rumoreggiare del divertimento a tutti i costi.
La Val di Zena, che noi frequentiamo già da alcuni anni, offre una natura varia e pressoché incontaminata. Appena si inizia a salire, la vista spazia su dolci colline, prati intervallati da boschetti, affioramenti rocciosi e casolari sparsi. Una tavolozza commovente per un pittore sensibile. Ma la Val di Zena non offre solo questo. A livello storico troviamo il complesso denominato "Castello di Zena", eretto su di un rialzo di banchi di arenarie e composto da un insieme di edifici di varie epoche, con una parte monumentale ed una che sembra accessoria. Nominato fin dal 1127, ha una storia lunga e intricata, fatta di conquiste e distruzioni. Fra i vari proprietari compare, nel 1078, Matilde di Canossa. Oggi, da una ricerca effettuata su internet, risulta di proprietà della Famiglia Perotti. E' un vero peccato, ad ogni modo, vedere l'inesorabile degrado a cui è destinato, considerato il suo valore architettonico e ancor di più quello storico. Risalendo la valle si trova la storica Torre dell'Erede. Una costruzione probabilmente del duecento, forse di origine più antica. Nelle sua mura sono state inglobate alcune testimonianze, realizzate su pietra, raffiguranti esseri umani e animali. Proseguendo si incontra l'antico paesino di Tazzola. A prima vista sembra un paesino di collina come tanti altri, ma al suo interno cela una piacevole e interessante sorpresa. Eravamo a conoscenza della ricchezza di emergenze storiche e geologiche di questa valle ma non ci saremmo mai aspettati di trovare, all'interno di un'antica stalla di circa 10 metri, un piccolo e fantastico Museo allestito con materiali provenienti da questa valle: sabbie gialle, selenite, argille scagliose ed anche numerosi fossili. Un percorso geologico che va dal Quaternario al Cretaceo. Nel piccolo Museo, chiamato "Il Magazzino delle Terre della Val di Zena", si trova anche una fantastica raccolta di Botroidi. Cosa sono i Botroidi? Parola che non mi vergogno di ammettere, per me, fino a ieri, poteva voler dire qualunque cosa. Oggi, dopo la visita guidata a cura dell'Archeologo Lamberto Monti, persona gentilissima, paziente e molto disponibile sappiamo che i Botroidi sono formazioni sabbiose, cementate, che ricordano figure antropomorfe e che possono assomigliare a madonnine, talvolta a madonnine con bambino, animali od altro. Questa preziosa raccolta proviene dal Fiume Zena e la si deve alla volontà, all'interesse e alla competenza dell'illustre personaggio e studioso Luigi Fantini, scomparso, purtroppo, trenta anni fa.
Il Museo è aperto tutti i giorni fino a fine ottobre; per sicurezza chiamare ai numeri:
3336124867 -3388367771- 0516510182
3336124867 -3388367771- 0516510182
Siti di riferimento: www.valdizena.tbo.it - www.montedelleformiche.it
La risalita della valle termina una volta giunti al "Monte delle Formiche". Questo monte un tempo era sacro a divinità pagane ma poi, nel 1078, si parla di una chiesa chiamata S. Maria Barbarese. Alcuni secoli dopo, attorno al 1400, un documento cita la chiesa col nome di "S. Maria Formicarum" e menziona l'arrivo delle formiche. Il fenomeno, naturale, del volo delle formiche, avviene in ogni luogo colonizzato da questi insetti, anche se in tempi diversi poiché la preparazione a questo volo dipende dalla temperatura del luogo. In Val di Zena, fin dai tempi più remoti, attorno a questo fenomeno è nata la leggenda che vuole che il volo nuziale delle formiche, che numerose vanno a morire sull'altare, sia un dono alla Beata Vergine. Infatti sotto l'immagine della Madonna si trova questo distico latino: "Centatim volitant formicae ad Virginis aram quo que illam voliant vistmae tatque cadunt" (Ansiose volano le formiche all'altare della Vergine, pur sapendo che ai suoi piedi moriranno). In realtà ora si sa che le formiche, durante questo volo nuziale, vengono fecondate; i maschi poi muoiono e le femmine iniziano la costruzione di un nuovo nido. Per saperne di più consiglio l'articolo di Giorgio Malferrari "La Città delle Formiche". Rimarrete affascinati!!Da questo monte, che si trova a m. 640 s.l.m., in giornate terse la vista spazia dall'Adriatico alle Prealpi. Il luogo si può raggiungere dalla Via Emilia direzione Bologna, dopo Idice si gira a sinistra e si seguono le indicazioni per Farneto dopo circa 15 Km. si giunge a ZenaL'Escursione: parcheggiata l'auto poco prima del paese, spalle alla piccola struttura sulla strada, si sale sulla stretta Via Zena (ore 930 – m. 215). Poco dopo, sulla sinistra, c'è una casa e, poco più avanti, si costeggiano le alte mura del Castello di Zena (ore 940 – m. 256) - Un varco ai piedi della torre fa pensare ad un passaggio segreto sotto il castello, ma siamo stati informati che è solo un rifugio scavato durante l'ultima guerra. La visita al castello purtroppo non è permessa, un cartello informa che l'edificio è pericolante e, vi assicuro, niente di più vero.
Quindi bisogna accontentarsi di fare qualche foto dal di fuori del cancello. Si prosegue su stradello e, alla prima curva a destra, si volta decisamente a sinistra su sentiero n. 815 (ore 10.00 – m. 287). Si supera un prato, si prosegue su slargo poderale e poi, di seguito, alla sinistra di alberi da frutto, fino a giungere a Ca' del Sasso ed alla stradina asfaltata. Questa la si percorre in salita per tutta la sua lunghezza (ore 10.15- m. 372). Si volta a destra e si prosegue fino ad un'ulteriore casa che si deve aggirare sulla sinistra (forse perché ci sono dei cani, o semplicemente perché i proprietari non vogliono che si passi davanti alla loro casa). Ad ogni modo, fatta la deviazione, si ritorna sulla strada e, proseguendo in discesa si giunge ad un crocevia. Diritto si va alla Torre dell'Erede che svetta di fronte (ore 10.20 – m.349). Da destra proviene una carraia. Noi andiamo a sinistra proseguendo su strada asfaltata. Venti metri dopo la prima curva a destra, si abbandona l'asfalto, finalmente, per immettersi in uno stretto sentierino un po' infrascato che porta ad un fosso. Lo si supera e, attraversato un prato, si prende la poderale che divide due campi e che porta in vista delle prime case di Tazzola (ore 10.54 – m. 377). Queste si raggiungono voltando a destra ed entrati in paese si va di nuovo a destra. Dopo un paio di case si trova il Piccolo Museo "Il magazzino delle Terre della Val di Zena" che si consiglia vivamente di visitare. Usciti dal Museo si va a destra e, fatti venti metri, si scende a sinistra. Si trascura lo stradello che scende a destra per proseguire su quello principale che porta in mezzo al bosco e. di seguito, ad una casa presso cui si trova una fonte (ore 11.53 – m. 404). Si va diritto e, dopo un buon tratto, si devia a destra su stretto sentiero; poi la traccia scompare. A questo punto si seguono i segnavia sui tronchi degli alberi, facendo attenzione in quanto non ben visibili. Dopo essere passati in questa zona "Wilderness" (integrale), che a mio avviso è davvero interessante, c'è da fare una ripida salita per giungere alla strada asfaltata (ore 12,20 – m. 510). La si attraversa e si prosegue in salita dentro al bosco fino ad incontrarne poi un'altra. La si segue a sinistra per un breve tratto, poi si trovano i segnavia a destra che portano dentro al bosco.E' questo l'ultimo tratto, in salita, che porta al Santuario (ore 12.53 – m. 634).
Ritorno: si ripercorre l'ultimo tratto di bosco, in discesa, fino alla strada asfaltata. Si va a destra e, proseguendo su strada asfaltata, si passa dal paese Ca' di Pippo ( ore 14.08 – m. 393). Sorpassato il paese, al primo bivio si va a sinistra e, poco dopo, si giunge a Tazzola (ore 14.20 – m. 377). Si entra in paese e si volta a destra dopo la casa con piccole sculture in bronzo.Da questo punto si ripercorre lo stesso sentiero dell'andata.
Quindi bisogna accontentarsi di fare qualche foto dal di fuori del cancello. Si prosegue su stradello e, alla prima curva a destra, si volta decisamente a sinistra su sentiero n. 815 (ore 10.00 – m. 287). Si supera un prato, si prosegue su slargo poderale e poi, di seguito, alla sinistra di alberi da frutto, fino a giungere a Ca' del Sasso ed alla stradina asfaltata. Questa la si percorre in salita per tutta la sua lunghezza (ore 10.15- m. 372). Si volta a destra e si prosegue fino ad un'ulteriore casa che si deve aggirare sulla sinistra (forse perché ci sono dei cani, o semplicemente perché i proprietari non vogliono che si passi davanti alla loro casa). Ad ogni modo, fatta la deviazione, si ritorna sulla strada e, proseguendo in discesa si giunge ad un crocevia. Diritto si va alla Torre dell'Erede che svetta di fronte (ore 10.20 – m.349). Da destra proviene una carraia. Noi andiamo a sinistra proseguendo su strada asfaltata. Venti metri dopo la prima curva a destra, si abbandona l'asfalto, finalmente, per immettersi in uno stretto sentierino un po' infrascato che porta ad un fosso. Lo si supera e, attraversato un prato, si prende la poderale che divide due campi e che porta in vista delle prime case di Tazzola (ore 10.54 – m. 377). Queste si raggiungono voltando a destra ed entrati in paese si va di nuovo a destra. Dopo un paio di case si trova il Piccolo Museo "Il magazzino delle Terre della Val di Zena" che si consiglia vivamente di visitare. Usciti dal Museo si va a destra e, fatti venti metri, si scende a sinistra. Si trascura lo stradello che scende a destra per proseguire su quello principale che porta in mezzo al bosco e. di seguito, ad una casa presso cui si trova una fonte (ore 11.53 – m. 404). Si va diritto e, dopo un buon tratto, si devia a destra su stretto sentiero; poi la traccia scompare. A questo punto si seguono i segnavia sui tronchi degli alberi, facendo attenzione in quanto non ben visibili. Dopo essere passati in questa zona "Wilderness" (integrale), che a mio avviso è davvero interessante, c'è da fare una ripida salita per giungere alla strada asfaltata (ore 12,20 – m. 510). La si attraversa e si prosegue in salita dentro al bosco fino ad incontrarne poi un'altra. La si segue a sinistra per un breve tratto, poi si trovano i segnavia a destra che portano dentro al bosco.E' questo l'ultimo tratto, in salita, che porta al Santuario (ore 12.53 – m. 634).
Ritorno: si ripercorre l'ultimo tratto di bosco, in discesa, fino alla strada asfaltata. Si va a destra e, proseguendo su strada asfaltata, si passa dal paese Ca' di Pippo ( ore 14.08 – m. 393). Sorpassato il paese, al primo bivio si va a sinistra e, poco dopo, si giunge a Tazzola (ore 14.20 – m. 377). Si entra in paese e si volta a destra dopo la casa con piccole sculture in bronzo.Da questo punto si ripercorre lo stesso sentiero dell'andata.
ore 4.20 + soste
Dislivello + 442 - 442
Km. 7.6 andata + 5,9 ritorno
Dislivello + 442 - 442
Km. 7.6 andata + 5,9 ritorno
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