sabato 29 dicembre 2012
domenica 23 dicembre 2012
Le maestose "Tre Cime"
Riflessioni...
le ho conosciute da giovane queste stupende montagne.
I miei passi, negli anni, hanno acquistato conoscenza e consapevolezza del territorio.
Ogni volta che indosso lo zaino e calzo gli scarponi so che la natura non mi deluderà.
So, che mi regalerà nuove emozioni che andranno ad arricchire quel bagaglio che da anni è mio indispensabile compagno di vita.
Foto di Roberto anna
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Tre Cime di Lavaredo
giovedì 6 dicembre 2012
Pejo Val di Sole - Giro dei cinque laghi
Come promesso, siamo di nuovo in Val Di Sole.
Chiusa a occidente dalla catena del Vioz e del Palon de La Mare (m. 3.703), la Val Venezia forma un'ampia conca.
Il sentiero segue la sinistra orografica fin che giunge al Rifugio Larcher al Cevedale (m. 2.608). Splendida vista sul gruppo del Cevedale.
Il primo che si incontra è il Lago delle Marmotte (m. 2.704), sormontato da Cima Marmotta (m.3330). Lago di origine glaciale, vero gioiellino dove è facile trovare i Pennacchi di Scheuchzer - Erioforo- (Eriophorum)
Per raggiungere le sue acque bisogna scendere di alcuni metri, ma ne vale davvero la pena!
Dislivello: sia in salita che in discesa m. 721
Tempo di percorrenza: ore 5 circa - senza soste.
anna
Ancora insoluta la disputa circa la corretta spiegazione etimologica del nome della valle; alcuni storici la ascrivono ad antichi culti del sole, altri alla favorevole esposizione durante la giornata ai raggi solari. La leggenda narra che anche Carlo Magno passò da queste terre per raggiungere il Passo del Tonale e scendere in val Rendena, ma a tutt'oggi nessun documento certifica questo fatto. Abitata fin dall'epoca del bronzo l'area alpina passò sotto l'influenza romana nel primo secolo dopo cristo.
Percorsa dal Torrente Noce ricco di acque, la Val di Sole fu insediata da popolazioni retiche e celtiche. Donata ai principi vescovi di Trento da Corrado il Salonico (1125) rimase di giurisdizione Trentina. Popolo fiero delle proprie conquiste, i solandri mal sopportarono il potere temporale dei vescovi di Trento; dal 1400 al 1525 le cronache annotano le rivolte contro i balzelli feudali e sacchi delle sedi vescovili di Malè, Croviana Terzolas e Ossana. Queste rivolte popolari vennero chiamate guerre rustiche. A parte questi avvenimenti la valle in epoche antiche, non subì grandi invasioni. Venne invece sconvolta nel 1915 allo scoppio della prima guerra mondiale.
Il sistema di fortificazioni austroungarico, realizzato nel secolo scorso e perfezionato nei primi del '900, bloccò le truppe italiane al Passo del Tonale. Adamello, Presanella e i monti del Tonale furono teatro della guerra bianca, combattuta in trincea in alta quota, dove valanghe e freddo amplificarono sofferenze e stenti dei soldati.
Ma ora voglio parlarvi di un itinerario davvero coinvolgente per chi ha voglia di camminare senza troppe difficoltà in un ambiente davvero straordinario.
Sto parlando del "sentiero dei cinque laghi".
Come si raggiunge il luogo: Da Cogolo si risale la Val della Mare percorrendo una tortuosa e stretta strada asfaltata fino alla centrale Enel di Malga Mare (m. 1970) dove si parcheggia.
Da Malga Mare, su sentiero n. 102, che sale ripido all'interno di un bosco di conifere innalzandosi a tornanti, si giunge ad un punto panoramico bagnato da alcuni ruscelletti superabili su ponticelli in legno. La salita riprende e porta a Pian Venezia (m. 2.280) dove sorge il rifugio-Baito (m. 2290). Alla sinistra scorre il torrente Noce Bianco .
Chiusa a occidente dalla catena del Vioz e del Palon de La Mare (m. 3.703), la Val Venezia forma un'ampia conca.
Il sentiero segue la sinistra orografica fin che giunge al Rifugio Larcher al Cevedale (m. 2.608). Splendida vista sul gruppo del Cevedale.
Una buona fetta di torta poi si riparte, su sentiero n.104-123 una ripida salita porta al bellissimo anfiteatro di origine detritica, dove sono situati 4 dei cinque laghi che si vedranno.
Il primo che si incontra è il Lago delle Marmotte (m. 2.704), sormontato da Cima Marmotta (m.3330). Lago di origine glaciale, vero gioiellino dove è facile trovare i Pennacchi di Scheuchzer - Erioforo- (Eriophorum)
Per raggiungere le sue acque bisogna scendere di alcuni metri, ma ne vale davvero la pena!
Tornati sui propri passi si riprende il sentiero. Poco più avanti si trascura la deviazione, a destra, del sentiero n.146 che, porterebbe sì al Lago Lungo, ma verrebbero esclusi tutti gli altri laghi. Quindi si prosegue ancora per un tratto sul n.104-123 poi, ad un bivio, i numeri si dividono, il n.104 prosegue, in salita, per la località le Pozze (due piccoli laghetti), il n.123, nostro sentiero, svolta a destra e ci porterà fino a Malga Mare.
Più avanti, dopo essere scesi di circa cento metri, sulla destra, si vede il Lago Lungo, in basso di circa 60 metri rispetto al sentiero su cui si cammina.
Proseguendo si incontra il Lago Nero. Il sentiero transita proprio sul suo argine. Un vero spettacolo!
Tutti di origine glaciale, meraviglia della natura, emozionano e incantano
Ancora un buon tratto, in modesta salita e appare il più grande dei cinque laghi, il Lago Careser (m. 2.603). Bacino artificiale, testimonia l'opera dell'uomo nello sfruttamento delle acque.
Infine, superata la diga, il sentiero scende tortuoso e porta alla località Le Lame dove si vedrà il quinto ed ultimo piccolissimo laghetto (m.2277). Ora su veloci ed ampi tornanti, in pendii intervallati da pascoli si tuffa all'interno di un bosco di conifere ed infine, su mulattiera, giunge a Malga Mare. Luogo di partenza.
Il periodo migliore è luglio e agosto ma anche in primavera inoltrata, quando ancora giace un sottile manto di neve, il percorso è, a dir poco, suggestivo!!!
Dislivello: sia in salita che in discesa m. 721
Tempo di percorrenza: ore 5 circa - senza soste.
anna
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domenica 11 novembre 2012
Pejo - Val di Sole
Val di Sole quindi, un terzo del suo territorio consacrato a parco: l'intero settore nord della valle fa parte del parco Nazionale dello Stelvio, mentre a sud fa parte del Parco Nazionale dell'Adamello Brenta. Circondata da quattro importanti gruppi di monti: il gruppo del Brenta: fiancheggia a sud-est la Val di Sole da Montizzolo a Dimaro e poi lungo la valletta di Meledrio fino al passo di Campo Carlo Magno.
Il gruppo del Brenta è composto da calcari e dolomie di età noricoretica (triassico).Il gruppo Adamello-Presanella: fiancheggia la Val di Sole a sud, da Dimaro al Tonale. Fino a qualche anno fa queste montagne erano ricche di ghiacciai e numerosi laghetti, ora molti di quei ghiacciai non esistono più ed anche alcuni laghetti saranno destinati a sparire.
Gruppo Cevedale: circonda a nord la Val di Sole contornando pure la Val di Peio e il fianco occidentale della Val di Rabbi. Anch'esso con numerosi ghiacciai e vari laghetti di origine glaciale. La catena delle Maddalene: fiancheggia la parte nor-est della Val di Rabbi, da Malè a Piazzola e la parte nord-est della Val di Sole da Montizzolo a Malè.
Ma non di soli ghiacciai e monti è fatta la Val Di Sole. Ovunque si volga lo sguardo si possono vedere le antiche abitazioni costruite, per la maggioranza, in legno. I "masi", la cosidetta architettura senza architetti, sono un po dovunque nella valle a testimonianza di un'arte e una cultura che pian piano si sta perdendo.
A Pejo, fiore nell'occhiello di tutta la valle, ci sono le famose terme "Antica Fonte di Pejo" che già nell'anno 1549 venivano menzionate col nome "Bagni di Pejo. Infine, ma non ultime come importanza, le Malghe Alte, dove vengono condotte le mucche per il periodo estivo. Un habitat per loro decisamente favorevole, all'aria aperta ed a pascolo libero per una buone produzione di latte e formaggi.
Questo e molto di più è la Val di sole. Basta pensare ai suoi incantevoli laghi che appaiono fra una lussureggiante vegetazione, come il Lago di Pian Palù, situato ad un'altezza di 1700 metri, è un bacino artificiale in cui confluiscono le acque del Torrente Noce che nasce dalle nevi del Corno dei Tre Signori. E' un grande specchio d'acqua azzurro e trasparente che incanta. Per raggiungerlo, da Pejo paese si prosegue per la strada asfaltata fino a giungere al Rifugio Fontanino qui termina la strada e si trova la storica Fonte di Celentino. Da questo un ripido sentiero selciato si inerpica fino all'invaso del lago e la vista è davvero spettacolare.
Ma a me preme parlare anche di un piccolissimo lago, Lago Covel a 1839 metri; fino ad una quindicina di anni fa era famoso per le sue acque rosse dovute ad una particolare alga. Per raggiungerlo, da Pejo paese si può salire, in auto, a (Pejo Alto). Di qui parte il sentiero n. 125 che transita dalla Malga Covel, da cui una deviazione, a destra, porta al piccolo lago pensile. Un vero paradiso! Chi ha ancora voglia di camminare può proseguire su sentiero n. 127 che sale al Ristorante Lo Scoiattolo, 2000 m. dal quale, su sentiero ed anche strada, n. 105, si ritorna a Pejo Paese.
Ed ancora; Pejo è il punto di partenza per numerose escursioni, la più famosa è la salita al Rifugio Vioz 3535 m..
Per questa escursione è indispensabile avere un buon allenamento, non tanto per la lunghezza del percorso bensì per l'altitudine. E' una salita costante su buon sentiero tenuto ben curato; i punti esposti sono pochi ed anche quelli sono facilmente superabili. Il tempo medio di percorso, fatto con tranquillità, sono circa tre ore. Da Pejo Fonti, m. 1584, si prende la seggiovia che porta al Ristorante lo Scoiattolo m. 2000. Di qui inizia il sentiero n. 105 che porta sul Vioz.
Poi, chi vuole fare ancora due passi, in circa dieci minuti si arriva sulla cima del Monte Vioz 3645.
Salita fatta 4 volte in vari periodi e lo spettacolo è sempre stato magico.
E' davvero una bella esperienza, soprattutto per gli scenari spettacolari una volta giunti in cima
(nubi basse permettendo naturalmente).
Vi parlerò, poi, di altri bellissimi sentieri, con partenza sempre da Pejo, che, a mio parere, meritano di essere percorsi almeno una volta.
annalunedì 15 ottobre 2012
Casa il Violino
Sabato 13 ottobre 2012, pranzo con amici a "Ca' Il Violino"
Ci troviamo nella valle del Torrente Acerreta, E' una valle poco conosciuta, risparmiata, quindi, dal turismo di massa. Perciò, per chi ama la montagna e la natura nella sua integrità, troverà questa valle estremamente interessante.
In Questo luogo dove oggi regna pace e serenità, un tempo sorgeva un castello.
Vi si possono trovare ancora gli ultimi resti della cinta muraria del
"Castrum Lautirani" . Nel 1315 apparteneva ai Guidi di Modigliana, ma verso la metà del XIV secolo pervenne ai Manfredi di Marradi per passare poi , nel 1429 al Comune di Firenze; il 4 ottobre annota, Ammirato il Giovane, "essendosi avuto Lotirano e altri castelli, ne furono stesi i capitoli conforme all'accordato loro da Averando de' Medici"; dopo non se ha più notizia (Rocche e Castelli di Romagna).
"Castrum Lautirani" . Nel 1315 apparteneva ai Guidi di Modigliana, ma verso la metà del XIV secolo pervenne ai Manfredi di Marradi per passare poi , nel 1429 al Comune di Firenze; il 4 ottobre annota, Ammirato il Giovane, "essendosi avuto Lotirano e altri castelli, ne furono stesi i capitoli conforme all'accordato loro da Averando de' Medici"; dopo non se ha più notizia (Rocche e Castelli di Romagna).
Un tempo, all'interno dei castelli, ogni stanza era dotata di camino, unica fonte di calore. Sono passati vari secoli ed ancora oggi, in questa casa regna il tepore delle ardenti fiamme del camino.
Così, anche in giornate piovose o fredde, è possibile e piacevole, organizzare riunioni e pranzetti fra amici.
Grazie a Gianfranco ed Elisa, squisiti amici e gestori di questa bella casa che si prodigano per far sì che ognuno di noi si trovi a proprio agio e trascorra una serena giornata, gustando prelibati manicaretti. Questo grazie anche all'amico Claudio che ama stare ai fornelli con competenza e passione.
Nelle vicinanze, precisamente al di la' del Torrente c'è un'interessante borghetto di antiche case con fregi rinascimentali. Purtroppo il restauro ha rovinato parte della loro bellezza e integrità.
Per vedere il "post" della volta precedente clicca sull'etichetta "casa il violino"
Grazie a tutti. anna
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Valle dell'accereta
giovedì 27 settembre 2012
Balze, M. Fumaiolo, Sorgente del Tevere, Balze
Questo itinerario, che per la maggioranza si sviluppa all'interno di splendide faggete, risulta piacevole anche con temperature attorno ai trenta gradi.
Partenza dalle Balze di Verghereto m. 1092
Lasciata la piazza si imbocca la strada con indicazione Rimini. Subito sul lato sinistro della strada c'è una sorgente perenne che fornisce ricche acque fresche.
Poco più avanti, sempre sulla sinistra si trovano i segnavia per S. Alberico; sentiero "00".
Lungo la mulattiera ci sono le 14 stazioni della Via Crucis, antiche cellette in arenaria che resistono alle intemperie e danno una forte religiosità al cammino.
Salendo la mulattiera si fa più larga, il bosco dirada, lasciando così entrare più luce. Anche se, normalmente sconsigliamo di non partire da soli, questo tratto di sentiero che porta al Monastero, percorso in solitaria fa riflettere e dona serenità e pace.
L'eremo è situato in diocesi di Sarsina, all'altezza di m.1147, tra il monte Ocri, il monte Aquilone e il massiccio del Fumaiolo.
Una tradizione costante attesta che fu fondato ed abitato da S. Alberico, sebbene nulla sia noto con certezza della vita del Santo. Secondo alcuni egli sarebbe vissuto nel V secolo, secondo altri nel XIII secolo, e sarebbe stato amico di S. Francesco. Oggi alcune considerazioni fanno pensare che egli sia vissuto nell' XI secolo e che sia stato un seguace di S. Romualdo. Tratto da "Storia locale della Romagna"(ore 0.40 - m. 1130).
Superato il monastero si prende il sentiero n.125 che sale a sinistra all'interno di un fitto bosco. Giunti ad un bivio si va a destra, un tratto scoperto ma presto si è di nuovo dentro al bosco.
Giunti al grande slargo della località faggio scritto, si sale sulla larga massicciata sentiero n. 129 che porta al Rifugio Biancaneve (ore 1.50 - m. 1360).
Dal bellissimo ed invitante prato del rifugio si va a destra e seguendo nuovamente il sentiero 00 si scende al valico e, di seguito, all'interno della splendida e buia pineta si sale alla cima del monte Fumaiolo.
La vista purtroppo è fermata dalla fitta pineta. Ci si deve accontentare di piccole finestrelle; ma, considerando il poco dislivello, vale comunque la pena di salire fino alla cima (ore 2.10 - m. 1393).
Si ritorna sui propri passi, giunti al Valico ci si incammina sul sentiero 104 che porta alla Sorgente del Tevere (ore 2.35 - m. 1265).
Luogo di una bellezza unica!
Ora si scende alla strada asfaltata e, al secondo tornante, in corrispondenza di un segnavia per la cascata del Tevere, si svolta a sinistra seguendo il sentiero 106 che si inoltra nel bosco (ore 3.10 - m. 1144).
Il percorso sale ripido fino a giungere in uno slargo, luogo chiamato i Laghi, ma oggi di acqua neanche una goccia. (ho scattato questa foto dopo avere superato la zona).
Si giunge poi ad un secolare faggio, bellissimo e in piena salute.
Poco dopo, si scende a destra, su sentiero 106/a (ore 3.20 - m. 1206)
che transita ai piedi di ciclopiche arenarie che sovrastano il paese delle Balze e, in quindici minuti, si giunge al paese.
Se si prosegue panoramico sentiero principale si giunge comunque alla mulattiera per S. Alberico che, seguendola a destra, porta alle Balze. (ore 340 - m. 1092).
Tranquilla camminata senza grandi dislivelli adatta a tutti.
Tempo ore 3.40 + le soste
Dislivello m. 530
Lunghezza Km. 10.200 circa
anna
Giunti al grande slargo della località faggio scritto, si sale sulla larga massicciata sentiero n. 129 che porta al Rifugio Biancaneve (ore 1.50 - m. 1360).
La vista purtroppo è fermata dalla fitta pineta. Ci si deve accontentare di piccole finestrelle; ma, considerando il poco dislivello, vale comunque la pena di salire fino alla cima (ore 2.10 - m. 1393).
Si ritorna sui propri passi, giunti al Valico ci si incammina sul sentiero 104 che porta alla Sorgente del Tevere (ore 2.35 - m. 1265).
Luogo di una bellezza unica!
Ora si scende alla strada asfaltata e, al secondo tornante, in corrispondenza di un segnavia per la cascata del Tevere, si svolta a sinistra seguendo il sentiero 106 che si inoltra nel bosco (ore 3.10 - m. 1144).
Il percorso sale ripido fino a giungere in uno slargo, luogo chiamato i Laghi, ma oggi di acqua neanche una goccia. (ho scattato questa foto dopo avere superato la zona).
Si giunge poi ad un secolare faggio, bellissimo e in piena salute.
Poco dopo, si scende a destra, su sentiero 106/a (ore 3.20 - m. 1206)
che transita ai piedi di ciclopiche arenarie che sovrastano il paese delle Balze e, in quindici minuti, si giunge al paese.
Sasso di Simone e Simoncello visto dal sentiero n.106 |
Se si prosegue panoramico sentiero principale si giunge comunque alla mulattiera per S. Alberico che, seguendola a destra, porta alle Balze. (ore 340 - m. 1092).
Tranquilla camminata senza grandi dislivelli adatta a tutti.
Tempo ore 3.40 + le soste
Dislivello m. 530
Lunghezza Km. 10.200 circa
anna
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