venerdì 30 dicembre 2011

Voglia di neve

Ne basta poca per cambiare il paesaggio; ora tutto risplende,
l'aria è tersa,
la luce è perfetta,
camminare è una vera gioia!!

venerdì 16 dicembre 2011

Inaugurazione Presepe "Roversano di Cesena"



Inaugurazione Presepe a Roversano di Cesena - Vale davvero la pena di recarsi nel medioevale paese di Roversano, sia per visitare il presepe ma anche per visitare il paese e d'intorni. Dal ponte vecchio si  risale la destra idrografica del Fiume Savio (Via Roversano). Percorsi circa sette chilometri si trova il bel paesino. Il presepe è tutto all'esterno ed è la prima cosa che si vede appena giunti. Da alcuni anni un gruppo di volontari mettono in opera questo splendido presepe usando statue a grandezza d'uomo, le quali rendono l'insieme davvero emozionante. Interessante poi è l'antico arco di entrata al Castrum. Altri particolari sono purtroppo coperti dalla vegetazione ma, per chi è interessato, percorrendo tutto il paese giunti a ridosso della ripida discesa che porta al cimitero, si possono vedere i resti di un antico torrione. Buon Natale e buone feste a tutti.

venerdì 2 dicembre 2011

Valgrande 3° giorno

Montuzzo, viaggio alla scoperta di una civiltà scomparsa da pochi decenni.
Dal paese di Cicogna, prendiamo la stretta stradina che costeggia il cimitero. Dopo un buon tratto scendiamo a sinistra su sentiero ben marcato e subito incontriamo una grande maestà.









Non servono molte parole per descrivere le incredibili abitazioni dove hanno vissuto famiglie intere fino agli anni '60.


Il Bagno era posto in posizione elevata rispetto all'abitazione.









                 
                                               interno del bagno    
                                                                                   
Bagno
                                                                                   





Le abitazioni sono costruite senza cemento, o calce  che si voglia, quindi i sassi sono posti a secco, con maestria e precisione.



Questa casa, da cinque anni, è abitata da una persona e il suo cane. Loro, hanno scelto di ritornare a vivere come hanno vissuto i loro genitori e i loro nonni.




Gli amici lo vanno a trovare nei fine settimana.




Per raggiungere il paese di Cicogna ci vogliono circa due ore di cammino.



Il sentiero è impervio e non privo di difficoltà.











La  Val Grande è un autentico monumento alla natura, un'area sacra, una scuola senza pareti. Insegnanti son le pietre, i sentieri, i silenzi, le acque cristalline, il sussurro del vento. Palpabile è la presenza dei precursori, il loro calpestio sui sassi, ritorna ad ogni passo, ad ogni respiro,



                                                                                                                   


E' qui dove hanno vissuto, amato e sofferto per secoli.



E' qui, dove alla sera giocavano a carte al lume di candela o del lume a petrolio.






E' qui, dove sussurravono una preghiera.
Ed ancora è qui, nel "Torc" che avveniva la spremitura dell'uva.

Vita quotidiana semplice, ma ricca di valori cosi lontani da noi. Così, stupiti, camminiamo su queste pietre che trasudano umiltà, ma anche tanta forza a noi sconosciuta. In religioso silenzio e senza lasciare traccia del nostro passaggio, abbiamo camminato sei ore dove il passato è passato, ma se lo sai ascoltare ancora oggi ti parla.

venerdì 11 novembre 2011

Autunno 2011



Autunno... ultimo atto d'amore di una natura meravigliosa














e generosa.















Ca' Val Faeto














Ca' Val Faeto in cornice autunnale.















splendida veste prima del riposo....

giovedì 20 ottobre 2011

"Val Grande"

Alpe Ompio,  Monte Fajè, Colma di Vercio,  Vercio, Alpe Ompio.
10 settembre 2° giorno
Dal paese di Cicogna, dove alloggiavamo, siamo scesi in auto a Rovegno. Sono sette chilometri di strada stretta e tortuosa da percorrere con estrema prudenza. Giunti al piccolo borgo di Santino si gira a destra e, sempre su rotabile, si raggiunge, Bieno e poi di seguito Alpe Ompio (m. 960). Luogo caratteristico costituito da diverse baite ben conservate.


Dalla bacheca, dove si può leggere la carta del parco (m. 887), si prosegue su stretto viottolo che porta al rifugio  "Fantoli", gestito e in fase di ristrutturazione. Per informazioni,  tel. 330-206003.

Si prosegue aggirando il rifugio; si attraversa su stretta viuzza un gruppo di case poste in panoramica posizione sul lago. Il sentiero prosegue in salita fino a raggiungere una sella (m. 1054 - ore 040). Una grande croce si trova sulla destra (andando diritto si va a Corte Buè). Il nostro percorso prosegue, a sinistra, su crinale che divide Ompio dalla Val grande.











Ora si viaggia in costate salita protetti da una rigogliosa concentrazione di betulle che accompagna fino al alta quota.











A circa tre quarti della salita si trova una bacheca e segnavia. A destra, si va ad Alpe Caseracce e Colma di Vercio, a sinistra, ad Alpe Ompio e Ruspesso, diritto a Monte Faiè.  Noi scegliamo la ripidissima e diretta salita per M. Faié, che vi si giunge in circa dieci minuti. La vista spettacolare di cui parlano tutte le guide  oggi non c'è per via di una fitta nebbia che non lasciava vedere al di là di una ventina di metri. 




Interessante, ad ogni modo, il cippo scolpito, posto in vetta (ore 1,30 - m.1350). 

Esso riguarda la concessione all'estrazione del marmo per il Duomo di Milano (Veneranda Fabbrica del Duomo).  Gian Galeazzo Visconti, Il signore di Milano, concesse l'uso delle cave di Candoglia per ricavarne il pregiato marmo. I blocchi di marmo venivano caricati su barconi e trasportato tramite il fiume Toce che scorre vicino all'abitato di Candoglia; Proseguivano atraversando il Lago Maggiore e poi dal Ticino al Naviglio Grande, e infine il marmo giungeva a Milano.


Visto che il tempo non è stato clemente riprendiamo il nostro cammino seguendo i segnavia bianco e rosso CAI che cavalcano la cresta sassosa. Confine  tra  la Val d'Ossola che rimane alla sinistra, e Val Grande alla destra.
In breve, su ripida discesa, giungiamo alla  località, Colma di Vercio (m.1300 - ore .1.50 ) . Qui si trovano alcuni  resti dell'antica teleferica che portava il legname da Orfalecchio a Mergozzo. 



Non ci resta che scendere sulla misera traccia che precipita nell'impressionante gola  verso Vercio.
In realtà fa impressione solo guardandola dall'alto;
 una volta che si inizia a scendere ci si rende conto che non c'è niente di preoccupante. Certo, si consiglia, comunque,  massima attenzione. 







Proprio su questo tratto di sentiero abbiamo incrociato due venerandi "Verri o Becchi". Splendidi esemplari padroni del territorio; benevoli e generosi nei nostri confronti. Dopo averci squadrati ben bene e resosi conto che, noi, "poveri bipedi", non saremmo stati in grado di spostarci per lasciare loro il passo,  lentamente si sono spostati sul precipizio. Noi non avremmo mai potuto farlo se non legati come salami, con corde e cordini. E' stato per me un incontro importante ed emozionante, uno di quelli che capitano raramente e che fanno riflettere..."


Ora, alla nostra destra, la Val d'Ossola percorsa dal Fiume Toce. "Vorrei poter elencare le innumerevoli località che si sarebbero viste in assenza di nebbia da questo punto, ma purtroppo... 
Se avrete occasione di visitare questi luoghi vi auguro di avere più fortuna, per quanto riguarda la visibilità". Si prosegue su evidente traccia, prima a mezzacosta, poi su decisa discesa che, in breve, conduce a Vercio 
           Un'oasi di pace 
        (m.828 - ore 2.40).                                                                                                                                

L’oratorio della Madonna delle Grazie di Vercio sorge al centro di un alpeggio, abitato fin dal XV secolo, sulle pendici del monte Fajé a 826 m. s.l.m., nella parrocchia di Bracchio, in comune di Mergozzo. Benché inizialmente dedicato a S. Giuseppe, l’oratorio divenne presto un centro di culto mariano, così che si finì coll’indicarlo come chiesa della Madonna di Vercio.  La festa dell’oratorio e dell’alpeggio si celebra ogni anno la quarta domenica di luglio con solenne processione alla croce e benedizione. Notevole il concorso dei devoti e di escursionisti dei paesi vicini, attratti dalla bellezza e dalla quieti del sito oltre che dal magnifico panorama” (Mortarotti, 1987, p. 74). 
Dietro la chiesa parte il sentiero per il ritorno. Una costante ma non faticosa salita, all'interno di un bosco, conduce ad Ompio, nostro luogo di partenza (m 887 - ore 3.50). 
Seppur senza panorami mozzafiato, come avevamo letto sulle guide, è stata  piacevole escursione. Certo, in assenza di nebbia, la nostra sete di belle viste sarebbe stata sicuramente appagata. 
Giornate limpide, in questi luoghi, è più facili trovarle in primavera, oppure in autunno. 
Tempo di percorrenza: ore 4 circa, senza le soste.
Dislivello: considerando i vari dislivelli, intermedi, fra le varie altitudini - m. 1040 circa.

venerdì 23 settembre 2011

"Val Grande" area Wilderness, santuario della natura

Dal 9 all'11 settembre in Valgrande (Brescia)
Se entri in Val Grande col cuore aperto e saprai guardare con gli occhi di un bambino, ne uscirai cambiato. Qui non servono né titoli né lauree, qui basta cuore, sensibilità e rispetto per una natura e una storia che nulla hanno di superficiale, né di banale o di scontato. Racchiusa dalla Val D'ossola a Ovest, dalla Val Vigezzo a nord, dalla Val Cannobina a nord-est, dalla Valle Intrasca ad est e dall'entroterra verbanese a sud e sormontata da una catena di monti aspri e impercorribili, la Val Grande, al viandante, mostra subito il suo severo e intrigante carattere.
Natura selvaggia e impervia con cui l'uomo ha saputo in simbiosi per secoli. 
"Masso Coppellato" ad Alpe Prà. Il Masso Coppellato è una grande lastra di "micascisto" di circa un metro di spessore, in cui sono incise 35 coppelle in buona parte unite da canaletti. Diverse interpretazioni sul significato delle incisioni: simboli astronomici? Religiosi? Oppure una mappa della zona?
Gli itinerari, considerati di media difficoltà, sono comunque impegnativi e se si vuole percorrere un anello, i tempi di percorrenza sono di sei sette ore. Noi ne abbiamo percorsi tre. Tre pagine di storia e di natura selvaggia che ci hanno fatto riflettere.
1° giorno- Cicogna, Pogallo, Alpe Prà Cicogna.
Dalla piccola Piazza di Cicogna (ore 8,20-m.736), si percorre, per circa 100 metri, a ritroso, la strada asfaltata. Al primo tornante la si abbandona per voltare a sinistra su largo sentiero, o meglio su "strada Sutermeister"








Il largo sentiero, sapientemente lastricato, entra nella valle prima in falsopiano, poi si abbassa verso il torrente Pogallo. Torrente con acque costanti, spesso impetuose, che nei millenni hanno levigato centinaia di metri di roccia creando profonde e spettacolari forre. 






Il percorso, per un buon tratto, si mantiene alto sul torrente. Ponticelli, sia in pietra che in legno, aiutano a superare alcuni canali.


Alcune lapidi ricordano persone che qui hanno perso la vita. 













Il percorso, poi, si abbassa e sfiora un ponte che, alto sul torrente, permette di attraversarlo e di ammirare una ricca cascata (ore 10.00 m. 595) (per scendere al ponte c'è da fare una breve deviazione).
Ritornati sul sentiero si prosegue diritto, ora in salita e, con alcuni saliscendi, si giunge alla
"porta", una tavola di legno con inciso "Benvenuti a Pogallo" appesa a due alberi,  che immette nell'ampio pianoro dove si trova il piccolo borgo di Pogallo (ore 10.45 - m. 777).




         






Alcune case sono state ristrutturate mantenendo esattamente le loro caratteristiche.  Muri a secco magistralmente eretti formano queste misere e nello stesso tempo affascinanti casette dove hanno vissuto per secoli intere famiglie. 








Proseguiamo inoltrandoci in un provvidenziale bosco, visto il caldo torrido che fa oggi. Il percorso sale senza soluzione di continuità fino al termine  bosco. Una grande Maestà ci appare all'improvviso: Maestà dell'Alpe Braco. 
















Da questo punto la salita si addolcisce e, in breve, si giunge ad Alpe Lecciuri (ore 12.30 - m. 1311). Lo spettacolo  che si può ammirare di qui è incomparabile. Arditi profili rocciosi svettano davanti a noi, mentre in fondo valle si vede  Pogallo, lasciato circa un ora e mezza fa. Ancora poche decina di metri e si giunge al crinale. 











Splendido il belvedere 
sulla bassa 
Val Grande e sul Lago Maggiore. Si seguono le indicazioni per Alpe Prà - Cicogna. Il percorso prosegue protetto da una vigorosa faggeta. Dopo un ardito passaggio fra due massi si inizia a scendere di quota e quando il bosco dirada, volgendo lo sguardo a destra, appaiono, come per incanto, le cime innevate del Monte Rosa.



Magica e quasi irreale visione, considerando il caldo torrido che ci accompagna e ci fa soffrire fin da questa mattina.










Ma le sorprese non sono finite; giunti alla "Casa dell'Alpino", della sezione di Intra, dell'A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini), si gode di una splendida visione del Lago Maggiore ed ancora un' emozionante vista sul monte rosa (ore 13.00 - m. 1233).






Ora si scende verso Cicogna, ma un'altra fermata è d'obbligo, per ammirare, oserei dire, la cosa che più ci premeva di vedere in questo nostro viaggio.

Il "Masso Coppellato", in posizione dominante la valle, orientato ad est, ci rivela il passaggio di un'antica civiltà con credenze, forse, rivolte sovrannaturale.

Incisioni rupestri, simboli di antiche civiltà. Noi oggi percorriamo centinaia ed anche migliaia di chilometri per poterle ammirare, ma una volta giunti al loro cospetto rimaniamo ammutoliti, dalla nostra bocca non esce alcun suono; stiamo li in silenzio cercando di capire il loro significato.... chi dice di avere capito penso lo faccia per un'atavica paura dell'ignoto o per orgoglio. In verità ancora oggi è stata trovata alcuna chiave di lettura.


Il luogo si chiama Alpe Prà, rimane a pochi passi dalla "Casa Dell'Alpino", una piccolissima "Alpe" affacciata sul Lago Maggiore.

Ora una larga mulattiera scende a stretti tornanti. Poco prima di cicogna si incontra "Il Roccolo", altri rustici dove l'abbandono non ha avuto pietà (ore 14.00 - m. 736).
Tempo di percorrenza: ore 5.30 + le soste
Dislivello: considerando i vari saliscendi, intermedi, fra le altitudini descritte, risulta di circa: m. 800