Storia delle Balze di Verghereto
Durante i lavori di carattere forestale furono trovate nei Pratoni della Moia punte di lancia e
freccie risalenti a circa 15.000-10.000 anni fa, da quel tempo i primi uomini
percorrevano questo territorio a caccia di cervi e altri animali . La prima
civiltà che contatta questi monti è quella Umbra che risaliva il Tevere dalla
terra di origine per ridiscendere verso la
pianura lungo il Savio; a tale presenza si possono fare risalire i toponimi
della Falera e di Ocri. I Romani, oltre che tagliare i maestosi abeti per
armare la flotta di Ravenna, sicuramente conoscevano il luogo da dove scaturiva
il Tevere. I primi insediamenti stabili di persone si hanno intorno all’anno
Mille dopo Cristo e, nascono e crescono,attorno ai luoghi sacri di eremitaggio,
S. Alberico, ocri, Vignola; dal 1000 al 1300 vari signorotti toscani e
romagnoli posseggono il territorio intorno al Fumaiolo: i Tarlati i Guidi e il
più famoso Uguccione della Faggiola; ma la presenza più importante è l’Abbazia del
Trivio che detiene potere amministrativo e giudiziale per 300 anni. Di questo
periodo sono i luoghi fortificati posti a difesa delle abitazioni di pastori:
la Rocchetta per il cotolo e Balze, il Castellaccio per monte coronaro, Ronco
di Mauro (rio petroso) per la radice, ecc. Dal 1404 sino al 1861 a comandare è
Firenze che isituisce la podesteria del Comune di verghereto che governa nelle
varie comunità fra cui le Balze. Nel
1923 il teritorio viene staccato dalla toscana e passa sotto la Regione Emilia
Romagna. La seconda guerra mondiale segnò questo territorio e la sua gente con
eventi luttuosi come l’Eccidio di Tavolicci. Le Balze sin dalla metà del 1800 si
caratterizza come paese turistico con la presenza di alberghi e di altre strutture
che ne fanno uno luogo di villeggiatura molto rinomato

Superato il centro delle Balze ci incamminiamo sulla strada asfaltata verso Rimini, fatti circa cento metri si prende il sentiero n. 125 che sale a sinistra.
Sulla sulla destra parte il sentiero per
la cima del Monte Aquilone. Noi proseguiamo diritti e, più avanti, ci
immettiamo sulla medievale Mulattiera per S. Alberico (Strada Granducale).
Transitiamo dalla Faggiola Vecchia, luogo in cui nel XIII sec. esisteva un castello che apparteneva a Ranieri, padre di Uguccione. Un documento del 1274 indica come nobile e che morì nel 1293 -, appartenne ad una famiglia feudale, forse ramo dei conti Feltri di Carpegna, titolare del castello di Faggiuola e di altre terre nella Massa Trabaria, in una regione, cioè, posta tra l'Umbria, la Toscana e la Romagna.
In questo luogo ogni anno, nella seconda domenica di luglio
si svolge una solenne festa religiosa (un tempo propiziatoria per la mietitura)
con processioni ed altre particolari liturgie sacre. All’interno è Conservato
un affresco con la Vergine col bambino che tiene un uccellino in mano. Un
pittore bolognese, chiamato a restaurare la cappella nel 1912, giudicò “opera
di squisita fattura della scuola di Giotto” (non a caso i Faggiolani furono
all’apice della loro ricchezza e potenza nello stesso periodo in cui fioriva la
scuola giottesca che, evidentemente, apprezzavano).
Vergine
col bambino.
Il bambino tiene un uccellino in mano.
Bellissimo dipinto della scuola di GiottoFaremo poi una visita al luogo dove un tempo esisteva il castello della Faggiola nuova luogo di nascita di Uguccione. Ora qui sono rimasti solo buchi e sassi
È ormai più che probabile l'ipotesi che il castello principale dei Faggiolani, tra XIV e XV secolo, sia stato proprio quello di "Faggiola Nuova".
A Casteldelci, punto di incrocio tra tre regioni Marche Toscana ed Emilia
Romagna faremo una breve visita al museo archeologico. Allestito all’interno di un’antica
abitazione posta nel centro storico di del paese. Il Museo ospita una
raccolta di oggetti-reperti di vario genere che vanno dal periodo preistorico
al basso Medioevo.
La zona di Casteldelci fu Colonizzata, in epoca romana,
attraverso lo sviluppo di forme insediative minori, vede il suo massimo
sviluppo durante il basso Medioevo, contestualmente all’affermarsi dei Signori
di Casteldelci e della Faggiola, che qui ebbero origine. È ormai noto che
Casteldelci fra il 1250 ed il 1350 è stata la terra d’origine dei nobili della
Faggiola, il cui personaggio più illustre fu UGUCCIONE, prode condottiero e
amico di Dante Alighieri, signore di Pisa, Lucca e Arezzo, il quale scese a
difendere gli ideali Ghibellini lungo il Marecchia fino Rimini.
Dal paese di Casteldelci prendiamo la mulattiera che scende al ponte Romano un tempo unico ponte che collegava Casteldelci.
Un simbolo dell'iconografia classica del comune di Casteldelci, il medievale
Ponte Vecchio, rischia un crollo strutturale nel giro di poco tempo. Lo
denuncia il sindaco Mario Fortini. Il ponte si trova all'inizio della strada
che sale verso il paese subito dopo la frazione Giardiniera. Costruito in legno
ai tempi dei Romani, era all'epoca il secondo ponte nella Valle del Marecchia
dopo quello di Tiberio a Rimini. È stato più volte ricostruito o rimaneggiato,
l'ultima nel 1790, ma conserva il suo impianto medievale.
http://www.romagnaoggi.it/cronaca/casteldelci-il-ponte-vecchio-cade-a-pezzi.html
Si sale poi alla strada dove ci aspetta il pullman.
Ore: complessive 5 + le soste;
Dislivello: + 200 circa - 780 circa;
Impegno medio. anna
La zona di Casteldelci fu Colonizzata, in epoca romana,
attraverso lo sviluppo di forme insediative minori, vede il suo massimo
sviluppo durante il basso Medioevo, contestualmente all’affermarsi dei Signori
di Casteldelci e della Faggiola, che qui ebbero origine. È ormai noto che
Casteldelci fra il 1250 ed il 1350 è stata la terra d’origine dei nobili della
Faggiola, il cui personaggio più illustre fu UGUCCIONE, prode condottiero e
amico di Dante Alighieri, signore di Pisa, Lucca e Arezzo, il quale scese a
difendere gli ideali Ghibellini lungo il Marecchia fino Rimini.Dal paese di Casteldelci prendiamo la mulattiera che scende al ponte Romano un tempo unico ponte che collegava Casteldelci.
Un simbolo dell'iconografia classica del comune di Casteldelci, il medievale
Ponte Vecchio, rischia un crollo strutturale nel giro di poco tempo. Lo
denuncia il sindaco Mario Fortini. Il ponte si trova all'inizio della strada
che sale verso il paese subito dopo la frazione Giardiniera. Costruito in legno
ai tempi dei Romani, era all'epoca il secondo ponte nella Valle del Marecchia
dopo quello di Tiberio a Rimini. È stato più volte ricostruito o rimaneggiato,
l'ultima nel 1790, ma conserva il suo impianto medievale.http://www.romagnaoggi.it/cronaca/casteldelci-il-ponte-vecchio-cade-a-pezzi.html
Si sale poi alla strada dove ci aspetta il pullman.
Ore: complessive 5 + le soste;
Dislivello: + 200 circa - 780 circa;
Impegno medio. anna








Bellissima escursione e interessanti i cenni storici.
RispondiEliminaBuon fine settimana e tanti..... passi!
Grazie! serene camminate anche a te.
EliminaSono passati sei anni dall'articolo, che ho letto ora e che trovo bello e coinvolgente, per zone che non riesco mai a frequentare quanto vorrei. Grazie e a risentirci!
RispondiElimina