Cammino... immersa in una tavolozza di colori che solo l'autunno è capace di donare. Il silenzio è assoluto....mi fermo...ascolto... una foglia si stacca, ondeggia quasi a voler ritardare l'inevitabile caduta, allora il ricordo mi vien spontaneo:
Foglia che lieve a la brezza cadesti
sotto i miei piedi, con mite richiamo
forse ti lagni perch'io ti calpesti.
mentr'eri viva sul verde tuo ramo,
passai sovente, e di te non pensai;
morta ti penso e mi sento che t'amo. ("A una foglia", di Nicolò Tommaseo)Il richiamo irresistibile dei colori autunnali ci ha portati nella Valle del Senio dove natura e storia si fondono.
Per raggiugere il luogo: da Castel Bolognese si prende la SS 306 Casolana-Riolese, si oltrepassano Riolo, Casola Valsenio, Mercatale e, superato il confine fra Romagna e Toscana, subito si trova la piccola frazione di Misileo (m. 315).
Si parcheggia l'auto vicino alla Pieve di Misileo.
Per la storia della chiesa clicca qui:
Con alle spalle la Pieve si prende la stretta stradina, nonchè sentiero n. 625.
Si oltrepassa il cimitero e si giunge Ca' Castagno. Qui la strada termina. Il sentiero prosegue per Monte Castellaccio, Monte Puntale e Molino di Rivacciola.
Si oltrepassa la casa e si prosegue a sinistra su stradello che si inoltra nel bosco. Poco dopo si svolta decisamente a destra su ripida traccia che, in breve, porta ad un ulteriore stradello.
Pochi metri dello stesso e si svolta a sinistra (freccia i "monti") ( m. 465 ore - 0.20). Si prosegue sempre in ripida salita fino a Monte del Pozzo. Seminascosto dagli alberi, sulla destra, c'è un appostamento, fisso, per la caccia.
Ora la traccia si distende e porta ad una larga carraia (m. 735 - ore 1.10). Si va a destra seguendo sempre la carraia principale.
I colori autunnali risplendono anche se il sole si fa desiderare
Poco più avanti troviamo una grande casa, senza nome sulla carta.
Anche questa solitaria e rigogliosa quercia ha indossato la sua radiosa veste autunnale.
Il fumo che esce dal camino di questa casa arricchisce la magica vista.
Per il ritorno si ripercorre lo stesso sentiero, ma si consiglia una buona sosta per ammirare i secolari alberi di castagno che si vedono sulla sinistra.
Se possiamo godere della loro vista e mangiarne i loro saporiti frutti lo dobbiamo soprattutto a Matilde di Canossa. Le prime notizie della coltivazione del castagno risalgono all'Alto Medioevo e il periodo di massimo sviluppo all'epoca della Contessa Matilde di Canossa (1046-1115), che indicò nel sesto matildico, la corretta distanza di impianto fra un castagno e l'altro.
Per saperne di più sulla storia dei marroni clicca qui
Dislivello: m. 455
Tempo complessivo: ore 3
Difficoltà: nessuna
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